Seminario 100 anni di Villa Hélene. Le chiavi della Città Mondiale sono ancora qui

Sabato 24 febbraio alle ore 16.30 si terrà, al Museo Hendrik Christian Andersen a Roma, il seminario di Stefano Panunzi che celebra il centenario della Casa Museo proseguendo le manifestazioni iniziate lo scorso ottobre con la mostra “Riflessioni di Archiscultura. Fotografia Scultura Architettura”. L’intento del seminario è di rievocare i cento anni dalla edificazione del villino, un tempo atelier-abitazione dello scultore Hendrik C. Andersen e soprattutto ripercorrere la storia che ha portato l’artista a concepire la Città Mondiale della Pace.

Il Museo dedicherà alcune delle prossime mostre ed eventi alla celebrazione di questa ricorrenza.

La storia di questo progetto ha come protagonisti un’ereditiera bostoniana, Olivia Cushing, uno scultore/architetto, Hendrik Christian Andersen, norvegese di nascita e americano di adozione ed un archeologo, architetto/urbanista francese, Ernest Hébrard. Tra il 1904 e il 1913 i tre, muovendosi tra Roma e Parigi, coordinarono un team internazionale di ingegneri, architetti, disegnatori, giuristi, economisti, filosofi, artisti, per proporre il progetto esecutivo di una Città molto speciale. La Città Mondiale della Pace sarebbe dovuta essere finanziata da tutte le nazioni del mondo, regolata da una costituzione internazionale per educare al rispetto reciproco uomini e donne provenienti da tutto il mondo. I suoi futuri abitanti – un milione di persone – sarebbero entrati in contatto con le eccellenze della scienza, dell’arte e dello sport. Una Città, dunque, nata per orientare il progresso dell’umanità alla convivenza pacifica fra tutti i popoli della terra. La città avrebbe ospitato due costruzioni monumentali: la Torre del Progresso, alta 330 metri e simile alla Tour Eiffel, avrebbe trasmesso con il nuovissimo radiotelegrafo notizie in tutte le lingue del mondo. Due statue colossali che si tenevano per mano, grandi il triplo della Statua della Libertà di New York, avrebbero accolto i naviganti all’ingresso del porto. I trasporti erano affidati a canali navigabili, a ferrovie sotterranee ed ai primi aerei che gli ingegneri del tempo stavano costruendo.

Il 4 giugno 1913 il progetto fu presentato al Re Vittorio Emanuele III che ne fu entusiasta. Da quel momento la Città sfiorò per ben tre volte la sua realizzazione, allora prevista nel territorio della bonifica di Maccarese. La storia appena narrata sembra incredibile, apparentemente fuori dal tempo e dallo spazio, ma essa abita ancora in forma fantasmatica nell’unico edificio di quella Città mai costruito, Villa Hélene. È in questa villa che trovò sede la World Conscience Society, fondata da H. C. Andersen per raccogliere adesioni e fondi dalle nazioni di tutto il mondo e da associazioni internazionali di ogni genere per costruire nella capitale il prototipo della Città mondiale (anche nota come Centro Mondiale della Comunicazione) da replicare poi nel mondo. Una storia iniziata a Roma e per Roma a fine ‘800, ma durata fino al 1940, quando Hendrik Andersen lasciò questa eredità al Regno d’Italia auspicando la prosecuzione dell’ambizioso progetto che non sarà mai realizzato. Di esso rimangono però circa 200 sculture di varie dimensioni, innumerevoli disegni architettonici, fotografie e plastici, un archivio di corrispondenze con le élites mondiali della politica e della finanza e molto altro.

Stefano Panunzi – (PhD) Architetto e professore di ruolo in composizione architettonica, attivo a La Sapienza Università di Roma, e oggi all’Università del Molise dove è cofondatore della Facoltà di Ingegneria e del Dipartimento di BioScienze e Territorio. Si occupa da 40 anni di rigenerazione dell’immaginario urbano collettivo attraverso esplorazioni e narrazioni della città, realtà aumentata e ingegnerizzazione inversa.

 

Ingresso libero fino a esaurimento posti per assistere al seminario.

Comunicato stampa