Parole al femminile nella biblioteca di casa Andersen

Il Museo Hendrik Andersen propone, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, un insolito programma, incentrato per la prima volta sulla piccola ma preziosa biblioteca storica del Museo: costituita da trecentonovantasei volumi che nell’arco della vita Hendrik Andersen e sua cognata Olivia Cushing misero insieme seguendo le loro più intime inclinazioni, passioni e convinzioni. Per questo motivo la biblioteca rappresenta un importante essenziale corollario alla collezione museale e spiega anche su base teorica le scelte e le motivazioni dell’artista convergenti verso due temi principali: pacifismo e diritti delle donne.

Fra le tante edizioni sull’argomento spicca quella di Helena Blavatsky, di origine ucraina, autrice della “Iside svelata” e della “Dottrina segreta”. Quest’autrice dimentica appare oggi quanto mai significativa per la testimonianza che ci offre proprio in un momento storico in cui l’Ucraina è al centro del grave conflitto armato avendo subito nei giorni scorsi la massiccia invasione russa che minaccia la sopravvivenza e l’autodeterminazione del suo popolo.

Per quasta ragione il Museo vuole rendere omaggio alle donne, in particolare le donne ucraine, che si battono per la libertà e i diritti e spesso combattono affianco agli uomini in questo terribile scontro armato. I libri che presentiamo, in edizioni originali, spesso di pregio per la loro veste editoriale, mettono in luce come Hendrik Andersen sia stato uno strenuo sostenitore della pace, della libertà e della democrazia e abbia condiviso con la cognata Olivia la difesa dei diritti femminili, come un femminista ante litteram.

Su questa scia scopriamo fra i libri esposti l’insolito scritto “War Letters from the Living Dead Man” (1918) di Elsa Barker, una scrittrice e poetessa americana, membro della Società Teosofica e vicina al gruppo dei Rosacroce “Alpha e Omega”.

Fra  i testi concernenti l’emancipazione femminile e il suffragio universale saranno esposti quello di Mary Ritter Beard “Woman’s Work in Municipalities”, incentrato sul lavoro femminile e sui diritti delle donne. Mary Ritter Beard si dedicò con sempre maggior forza allo sviluppo della riflessione sulle donne, divenendo un’attivitista del movimento femminista e del movimento “New History” che doveva valorizzare l’apporto femminile alla storia economica, sociale e culturale. 

Fra i saggi dedicati al pacifismo troviamo “The Future of World Peace”: l’autore, Roger Ward Babson, richiama l’attenzione sull’importanza della democrazia: “”La democrazia è la sola forma di governo che alla fine vincerà; ma ci saranno molti “alti e bassi” prima che ciò avvenga. Ovviamente dovranno essere sviluppati alcuni modelli adeguati per il voto diversi da quello della nascita e dell’età”. Anche Norman Angell, che si espresse contro il militarismo e il ricorso alla guerra per risolvere i conflitti fra i popoli, autore della “Grande illusione” e premio Nobel per la pace nel 1933, sarà esposto insieme con i saggi di Jane Addams, premio Nobel per la pace nel 1931 e di Berta Wilhelmine Lisel von Sutter che ottenne l’ambito premio nel 1905 e concorse con i suoi viaggi e discorsi a promuove la Conferenza di Pace de L’Aia.

L’esposizione dei volumi è curata da Maria Giuseppina Di Monte e Valentina Filamingo. Si ringrazia Emilia Ludovici per la schedatura e il riordino dei volumi della biblioteca.

Con l’occasione il Museo desidera lanciare un progetto dal titolo “Vite sospese” dedicato alle donne artiste: pittrici, scultrici, potesse, musiciste che vivono e lavorano nei paesi del Medio e Vicino Oriente, in regimi autoritari che non offrono loro spazi adeguati di espressione anzi ne reprimono la creatività e la possibilità di dedicarsi alla propria attività. Il progetto, che sarà realizzato in collaborazione con l’Università di Roma Tre, cercherà, attraverso seminari, dibattiti e proiezioni, di puntare un riflettore su queste realtà, spesso poco note e poco analizzate, a partire dalla condizione delle donne in Afghanistan, Siria, Turchia, dove si è ancora ben lungi dal riconoscimento di quei diritti fondamentali che Olivia e Hendrik avevano così a cuore nei primi anni dello scorso secolo.

CONTATTI:
Tel.: 06 3219089
E-mail: dms-rm.museoandersen@beniculturali.it