Al Museo H.C. Andersen il 24 marzo la conferenza “Creatività e riproduzione nell’era dell’intelligenza artificiale”

Venerdì 24 marzo alle ore 17.00 il Museo Hendrik Christian Andersen, diretto da Maria Giuseppina di Monte e afferente alla Direzione Musei Statali della città di Roma, diretta da Mariastella Margozzi, ospiterà la conferenza Creatività e riproduzione nell’era dell’intelligenza artificiale, a cura di Edmondo Grassi.
L’evento è organizzato nell’ambito della Convenzione che la Direzione Musei Statali della città di Roma e il Museo Hendrik C. Andersen hanno sottoscritto con l’Università degli Studi Roma Tre – Dipartimento di Scienze della Formazione.
La pervasività dell’intelligenza artificiale e delle relative tecnologie è diventata ormai una realtà immanente nella struttura della società contemporanea e nelle istituzioni che la caratterizzano. Si tratta di un dispositivo che, potendo influenzare e modellare alcune caratteristiche dell’individuo sociale, conoscerne molti aspetti, diventare un assistente ombra – quasi a assurgere al ruolo di quella parte inconscia del pensiero e della personalità che emerge solo nel flusso dei big data -, manifesta un carattere di innovazione e di sviluppo ultra accelerato rispetto a quello del soggetto e delle sue capacità di fruizione: l’intelligenza artificiale e l’automazione dei supporti meccanici, come i robot, sono diventati elementi indispensabili di un sistema biotecnologico che è chiamata a una nuova scoperta dei suoi limiti e delle sue potenzialità.
Oggi, stiamo vivendo una rivoluzione di cui, forse, non siamo ancora del tutto consapevoli, poiché in un decennio sono stati scardinati i pilastri comunicativi della nostra civiltà, in cui la tecnologia ha modificato abitudini private, pratiche pubbliche, pratiche istituzionali, azioni collettive, ponendo domande di matrice etica non riducibili ad un’unica matrice valoriale, ma richiederanno l’applicazione di un pluralismo culturale che caratterizza la società postmoderna.
Sei diventato onnipotente? La scienza sta compiendo imprese “impossibili ma reali” con la sua tecnica, come la clonazione, l’utero artificiale, gli studi biometrici. L’onniscienza è stata raggiunta solo perché ogni domanda che viene posta ai dispositivi trova risposta in pochi decimi di secondo? La consultazione online è diventata la prima azione per fugare i dubbi. La politica è diventata oggetto di finanza e tecnologia? Algoritmi intelligenti studiano e lavorano nelle borse di tutto il mondo o agiscono per la sorveglianza e il controllo della persona.
L’esigenza emergente di ripensare un’etica che possa diventare strumento moralmente normativo per le relazioni con il dispositivo, per lo sviluppo della persona, per la sua dipendenza dall’artefatto, per un’etica che sia pensata anche per l’algoritmo e la macchina che lo ospita.
Di per sé, l’intelligenza artificiale non può essere considerata come un ingranaggio neutrale di un sistema più ampio, ma contiene un valore preponderante rispetto a qualsiasi altra creazione originata dall’intelletto umano.

Milena Gammaitoni è Prof.ssa Associata Sociologia Generale del Dipartimento di Scienze della Formazione, Università degli Studi Roma Tre.

Edmondo Grassi è Docente a contratto di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’Università Telematica San Raffaele di Roma.

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