Mostra fotografica AbitarTe. Le case museo romane

AbitarTe rappresenta uno sviluppo del progetto avviato con la precedente mostra Archiscultura che poneva uno sguardo d’accento sulla Casa Museo di H.C. Andersen. La mostra che si inaugura il 24 febbraio, a cura del Collettivo fotografico il LABirinto, approfondisce in questa seconda parte una selezione di Case Museo romane proponendo circa 15 nuovi scatti fotografici.

Il Museo Hendrik Christian Andersen, la casa atelier dell’artista norvegese naturalizzato americano, che visse a Roma dal 1898 fino alla morte nel 1940, è un museo unico e speciale per il repertorio conservato, fatto di imponenti sculture e progetti urbanistici legati al grande sogno utopico di una città ideale da edificare vicino alla capitale: una città innovativa e sostenibile. 

La Casa Museo di Mario Praz è un pezzo unico con la sua caleidoscopica collezione di dipinti, sculture, grafica, mobili e oggetti rari: sorta di mirabilia che rende questo luogo davvero insolito e speciale, raccontando, attraverso la collezione, la storia di un’epoca e quella del suo padrone di casa.

La casa museo di Giorgio e Isa de Chirico è l’appartamento abitato dal Maestro negli ultimi 30 anni di vita. Nei grandi saloni si apprezzano la ricchezza di luce e i colori sgargianti delle sue opere neometafisiche e di paesaggi, di ritratti e favole epiche, così come le piccole e grandi sculture dalle brillanti patine d’argento e d’oro. Al piano superiore si trova l’atelier del Maestro con tutti gli strumenti e gli accessori che egli stesso utilizzava. Ampie terrazze, dislocate su vari livelli, chiudono il seicentesco Palazzetto dei Borgognoni, al centro di Roma, cioè, secondo de Chirico, “al centro del centro del mondo”.

Museo Casa Scelsi, laboratorio e luogo di lavoro di Giacinto Scelsi che ci ha lasciato con la sua musica, le sue poesie, i suoi scritti, anche il “luogo” dove per lunghi anni ha vissuto e creato.

Keats-Shelley House che si trova accanto alla Scalinata di Piazza di Spagna è stata l’ultima dimora di John Keats, che vi morì nel 1821 a soli venticinque anni.

Gli scatti eseguiti dal collettivo di fotografi scaturiscono dalle suggestioni suscitate dalle case museo romane, spesso ispirate e talora riferibili alle foto d’archivio conservate nelle stesse case museo, il che ha consentito, sulla base del progetto delineato, di ripercorrere quegli itinerari cittadini che gli artisti,  cui sono intitolate le case museo menzionate, più di un secolo fa avevano a loro volta  percorso, facendo così rivivere nello sguardo presente quello passato, in un’emozionante gioco di riflessi.

La mostra si sviluppa, dal punto di vista storico artistico ed estetico, intorno al tema delle case museo attraverso il confronto fra i diversi luoghi della capitale, ricca di storia e di memoria.

Le fotografie documentano e ampliano l’orizzonte mettendo in evidenza consonanze e differenze. L’obiettivo è quello di far conoscere aspetti meno evidenti e meno usuali e di farlo attraverso le rivisitazioni e lo sguardo contemporaneo, in una sintesi di architettura e natura.

Rivelatore di un mondo, di un’atmosfera, di una sensazione: alla maniera della madeleine di Proust lo scatto è generatore di emozioni e impressioni oltre che di ricordi: rivisitazione di un’epoca e di un contesto che lega passato e presente e permette di scoprire analogie inedite, ispirate o stimolate dalle foto storiche.

Le foto saranno accompagnate da testi esplicativi e da una selezione di riproduzioni di foto storiche tratte dagli archivi di alcune delle case museo.

 

La mostra inaugura sabato 24 febbraio alle ore 15.00 con ingresso libero fino a esaurimento posti.

 

Comunicato stampa