Apertura serale straordinaria alla Casa Museo Mario Praz. Sabato 18 ottobre

Dell’amor mio e della mia terra. Le Romanze di Hortense e altri brani musicali In occasione dell’apertura straordinaria serale, la Casa Museo Mario Praz propone un evento speciale che intreccia musica, arte e storia, in perfetta armonia con l’atmosfera evocativa della collezione del celebre anglista: arredi, dipinti e oggetti d’arte del periodo neoclassico, con particolare attenzione all’iconografia napoleonica e allo stile Impero. Protagonista della serata sarà l’arpista Giuliano Marco Mattioli, che eseguirà un raffinato programma musicale ispirato alle Romances di Hortense de Beauharnais, figlia di Giuseppina Bonaparte e regina consorte d’Olanda. I brani, tratti dal repertorio napoleonico, saranno eseguiti su un’arpa Érard a movimento semplice del 1797/98, strumento storico coevo alla collezione Praz, che ne conserva un esemplare originale oggi non funzionante. L’evento prevede due esibizioni musicali, alle ore 19:00 e alle ore 21:00, ciascuna seguita da una visita guidata alla casa a cura del personale del museo. Giuliano Marco Mattioli: arpista e musicologo (1980), si è distinto in numerosi concorsi nazionali ed è regolarmente ospite di festival internazionali. La sua ricerca sul legame tra la famiglia Bonaparte e la ditta Érard è stata presentata nel 2021 al Palazzo Reale di Milano, in occasione del bicentenario napoleonico. È autore del volume La famiglia Érard. Un percorso storico fra documenti e strumenti musicali (Zecchini Editore, 2022), primo studio sistematico sulla celebre dinastia di costruttori di strumenti musicali attivi tra Parigi e Londra. L’ingresso è consentito esclusivamente su prenotazione, con due turni disponibili alle ore 19:00 e alle ore 21:00. Programma della serata ore 19:00 – Concerto e visita guidata Johann Sebastian Bach (1685-1750) / Camille Saint-Saëns (1835-1921) – Sonata n. 3 BWV 1005: III. Largo Henriette Renié (1875-1956) – Feuille d’automne – Esquisse Hortense de Beauharnais (1783-1837) –12 romances: II. La patrie Albert Roussel (1869-1937) – Impromptu op. 21 Hortense de Beauharnais (1783-1837) –12 romances: VIII. Conseils à mon frère Albert Zabel (1834-1910) – Rêve d’amour op. 21 ore 21:00 – Concerto e visita guidata Giovanni Paisiello (1740-1816) / John Elouis (1752-1817) – Son già tuo bell’idol mio (da Nina) Gabriel Fauré (1845-1924) – Une Châtelaine en sa tour… op. 110 Hortense de Beauharnais (1783-1837) –12 romances: III. Nous Vasily I. Vinogradov (1874-1948) – Variazioni sul tema russo “Nochenka” Hortense de Beauharnais (1783-1837) –12 romances: XII. Il m’aimait tant Albert Zabel (1834-1910) – Rêve d’amour op. 21
ROMA E L’INVENZIONE DEL CINEMA. Dalle origini al cinema d’autore, 1905–1960. Mostra a Castel Sant’Angelo

Roma, 14 ottobre 2025 – Si è tenuta oggi, a Castel Sant’Angelo, l’anteprima istituzionale della mostra “ROMA E L’INVENZIONE DEL CINEMA. Dalle origini al cinema d’autore, 1905–1960”, inaugurata dal Direttore ad interim del Pantheon e Castel Sant’Angelo – Direzione Musei nazionali della città di Roma, Luca Mercuri, e illustrata dal curatore Gian Luca Farinelli, alla presenza del Presidente della Commissione VII Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati Federico Mollicone. L’esposizione sarà aperta al pubblico dal 15 ottobre 2025 al 18 gennaio 2026. Era il 20 settembre 1905 quando, davanti a Porta Pia, la proiezione de La presa di Roma inaugurava la storia del cinema italiano: in quella serata simbolica nacque un’arte nuova, popolare e nazionale, con Roma come protagonista e, allo stesso tempo, scenografia della modernità. A raccontare questo legame indissolubile tra la città eterna e la settima arte sarà la mostra “ROMA E L’INVENZIONE DEL CINEMA. Dalle origini al cinema d’autore, 1905–1960”, allestita a Castel Sant’Angelo e prodotta dal Pantheon e Castel Sant’Angelo – Direzione Musei nazionali della città di Roma, istituto del Ministero della Cultura diretto ad interim da Luca Mercuri, insieme alla Cineteca di Bologna, diretta da Gian Luca Farinelli, curatore del progetto espositivo. La mostra è realizzata in collaborazione con la Festa del Cinema di Roma, la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia e l’Archivio Luce Cinecittà. Castel Sant’Angelo si conferma come spazio capace di accogliere e promuovere il dialogo tra linguaggi e discipline – commenta il Direttore ad interim del Pantheon e Castel Sant’Angelo – Direzione Musei nazionali della città di Roma, Luca Mercuri. Questa mostra ci accompagna fino alle origini del cinema e racconta la relazione della settima arte con Roma, città che fin dall’inizio ne è stata protagonista e palcoscenico. È un progetto corale che restituisce al pubblico il fascino di una stagione fondativa della nostra cultura, e lo fa in un luogo che è non solo un monumento iconico della città, ma anche un grande attrattore culturale a livello nazionale e internazionale. Con questa mostra, inaugurata nell’ambito della Festa del Cinema di Roma, celebriamo la storia del cinema italiano e il ruolo di Roma come culla dell’immaginario nazionale. “Roma e l’invenzione del cinema” è un esempio virtuoso di collaborazione istituzionale che restituisce vita alla nostra storia e la rende accessibile alle nuove generazioni, riaffermando il valore universale del cinema come patrimonio condiviso. Ringrazio tutte le istituzioni coinvolte per il loro contributo a questo importante progetto, che grazie alla sinergia con i musei nazionali e la rete degli Istituti Italiani di Cultura estende la vitalità della Festa del Cinema di Roma, rafforzando la diplomazia culturale e la diffusione del cinema italiano nel mondo, afferma il Presidente della Commissione VII Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati Federico Mollicone. Si esprime così il curatore della mostra Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna: «Forse nessuna città al mondo ha così profondamente inciso la propria immagine in quella della Settima Arte, Roma è stata molto più di una location per il cinema italiano (e internazionale), diventando, fin dalle origini, dal primo film, La presa di Roma, protagonista delle opere e della Storia del cinema. I Diva film degli anni 10 e 20 affermano l’immagine di una Roma monumentale, in dialogo con la modernità. Il neorealismo e poi progressivamente grazie alle commedie degli anni 50 e definitivamente, grazie a Fellini e Pasolini, Roma non sarà più solo il suo centro monumentale, ma anche i nuovi quartieri, l’Eur e le borgate. La mostra, attraverso immagini rare e inediti, racconta la storia di una grande relazione, quella tra Roma e il Cinema». Il percorso espositivo accompagna il visitatore attraverso oltre sessant’anni di storia, con materiali rari e inediti: dalle prime dive del cinema muto come Francesca Bertini e Lyda Borelli alle grandi stagioni di Cinecittà, che influenzarono Hollywood, al cinema del Fascismo, con la nascita dell’Istituto Luce, del Centro Sperimentale di Cinematografia e di Cinecittà, al Neorealismo, con le immagini indelebili di Roma città aperta e Ladri di biciclette, che fece conoscere al mondo una nuova Italia, fino alla commedia all’italiana e alla “Hollywood sul Tevere”, che consegnarono Roma al mito internazionale, fino alle invenzioni visionarie di Federico Fellini, che trasformarono Roma in mito universale. Fotografie e frammenti cinematografici restituiscono il dialogo unico tra Roma e il cinema, una relazione che ha saputo trasformare la memoria storica della città in linguaggio moderno e in patrimonio condiviso. Roma, città della storia e dell’immaginario, torna così ad affermarsi come luogo d’origine e cuore pulsante della cultura cinematografica italiana e internazionale, capace di incarnare il passato e il presente, e di diventare specchio e simbolo di un immaginario universale. Se la storia pesa su Roma come su nessun’altra città, il cinema le ha permesso di reinventarsi, di parlare al mondo, di farsi mito contemporaneo. Da La presa di Roma a Fellini, passando per Rossellini, De Sica, Magnani, Sordi, e tanti altri, la mostra racconta come Roma abbia saputo essere – insieme set e protagonista – l’anima del cinema italiano. Comunicato stampa Nell’ordine, da sinistra: Francesca Bertini in Tosca (Alfredo De Antoni, 1918) © Cineteca di Bologna-Fondo Marco Bortolotti Antonio Cifariello, Maurizio Arena e Franco Fabrizi in Racconti romani (Gianni Franciolini, 1955). Via del Tulliano: sulla sinistra l’Arco di Settimio Severo, a destra il Tempio di Saturno al Foro Romano. Foto di Leo Massa / Fondo Reporters Associati / © Archivio Fotografico Cineteca Nazionale – CSC Piero Morgia e Franco Citti in Accattone (Pier Paolo Pasolini, 1961 ). Sullo sfondo, il quartiere Ostiense e il Gazometro. Foto di Angelo Pennoni / Fondo Iannarelli / © Archivio Fotografico Cineteca Nazionale – CSC Anita Ekberg davanti alla Fontana di Trevi sul set di La dolce vita (Federico Fellini, 1960) © Cineteca di Bologna / Reporters Associati & Archivi Marcello Mastroianni e Anita Ekberg sul set di La dolce vita (Federico Fellini, 1960) © Cineteca di Bologna / Reporters Associati & Archivi Sophia Loren e Marcello Mastroianni sul set di Peccato che sia una canaglia (Alessandro Blasetti, 1954) © Luce Cinecittà
I lunedì di Castello. Dal 13 ottobre al 29 dicembre, aperture straordinarie pomeridiane a Castel Sant’Angelo a 5 euro

A partire da lunedì 13 ottobre e fino alla fine dell’anno, Castel Sant’Angelo propone l’iniziativa “I lunedì di Castello”: ogni lunedì pomeriggio, in quella che è normalmente la giornata di chiusura settimanale, il monumento sarà eccezionalmente aperto al pubblico con orario 14.00 – 20.00 (ultimo ingresso alle ore 19.00) e con biglietto straordinario a soli 5 euro. Un’occasione speciale per cittadini e turisti per visitare il Castello in un momento inedito della settimana, con la possibilità di vivere gli spazi monumentali in una diversa atmosfera e con maggiore tranquillità. Tariffe speciali: 5 euro intero 2 euro ridotto Gratuità previste per legge I biglietti sono acquistabili esclusivamente in biglietteria e non sono previste prenotazioni né l’accesso di gruppi organizzati. Nota: nella settimana dell’8 dicembre, festività nazionale, l’apertura straordinaria sarà spostata eccezionalmente a martedì 9 dicembre, con le stesse modalità. https://direzionemuseiroma.cultura.gov.it/wp-content/uploads/2025/10/Angelo-Montelupo-3.mp4
Presentazione della monografia di Manuela Bedeschi PENSA GUARDA ASCOLTA

La Casa Museo Hendrik Christian Andersen presenta la monografia di Manuela Bedeschi pensa guarda ascolta, a cura di Matteo Galbiati (Vanillaedizioni, 2025). L’evento si inserisce all’interno della mostra Manuela Bedeschi EUTOPIA in corso alla casa museo fino al 26 ottobre e all’interno della RAW Rome Art Week (20-25 ottobre 2025). Il volume, ripercorrendo nelle testimonianze critiche quarant’anni di ricerca e lavoro dell’artista vicentina, si concentra in modo particolare sugli ultimi vent’anni di attività che la vedono impegnata in un esercizio espressivo in cui la luce – al neon nello specifico – è parte fondamentale del suo impegno di riflessione estetica. Questo volume dà modo di apprezzare il lavoro dell’artista nella sua lunga carriera e nel suo sviluppo documentando le mostre personale in cui Manuela Bedeschi è stata protagonista, attraverso progetti site-specific. Ovvero installazioni in cui l’artista unisce pittura, scultura, e scrittura consentendo all’osservatore di vivere l’esperienza dell’opera con modalità, sensibilità e sentimenti differenti. La pubblicazione rappresenta un viaggio attraverso la luce che l’artista compie nel corso del tempo, modificando e rafforzando le proprie istanze. Ne è dimostrazione la mostra Eutopia ospitata dalla Casa Museo Andersen dove le installazioni luminose sono collocate in punti strategici del museo, intessendo un dialogo muto con le grandi sculture di Hendrik Andersen e con la collezione della Casa Museo richiamando valori universali ed eterni. Introduce Maria Giuseppina Di Monte, Direttrice della Casa Museo Hendrik Christian Andersen Intervengono Bruno Corà, critico e curatore d’arte, Presidente della Fondazioni Alberto Burri – Palazzo Albrizzi Matteo Galbiati, critico e curatore d’arte, docente presso l’Accademia di Belle Arti di Brescia Santa Giulia Sarà presente l’artista Manuela Bedeschi nata a Vicenza, vive e lavora tra Verona e Bagnolo di Lonigo (Vi). Diplomata in Scultura e Pittura presso l’Accademia di Verona, frequenta un corso di Arte Concettuale all’Accademia Estiva di Salisburgo con R. Opalka e G. Uecker che segna fortemente la sua formazione artistica e vari corsi di grafica sperimentale alla Scuola e al Centro Int. di Grafica di Venezia. La sua produzione artistica si è sviluppata sia nel campo della scultura che della pittura, prediligendo sempre più, nel tempo, le installazioni e gli interventi ‘site specific’, sottolineando gli spazi con segni di luce, facendo del neon, un tempo aggiunto ad altri materiali, uno dei suoi principali mezzi espressivi. Presente in collezioni pubbliche e private, espone in Italia ed all’estero. Ingresso libero fino a esaurimento posti. Comunicato stampa
Presentazione del libro di Luigi Russo VEDERE CON ALTRI OCCHI

Venerdì 10 ottobre alle ore 17.00 la Casa Museo Hendrik Christian Andersen presenta il libro di Luigi Russo VEDERE CON ALTRI OCCHI (Amazon, 2025). In questo libro l’autore ha scelto di confrontarsi con l’intelligenza artificiale, dando vita a un dialogo originale e profondo tra autore e macchina. Un percorso che interroga il senso del guardare, e apre a nuove possibilità di lettura dell’immagine fotografica. Un fotografo, trenta immagini, un’intelligenza artificiale. Questo libro è il racconto di un dialogo inedito tra autore e macchina, tra sensibilità umana e sguardo algoritmico. Ogni fotografia, scelta con cura da Luigi Russo, è accompagnata da un commento generato in collaborazione con l’IA, che ne esplora i significati estetici, simbolici ed emotivi. Un percorso originale che invita a vedere con altri occhi, e a interrogarsi su cosa significhi davvero osservare. L’esperimento messo in atto da Luigi Russo non ha lo scopo di fornire risposte definitive, ma di suscitare domande: Può un algoritmo cogliere la bellezza? Qual è il ruolo dell’autore? Che relazione possiamo instaurare con l’IA? Il libro invita dunque il lettore a interrogarsi criticamente sull’uso dell’intelligenza artificiale nella nostra vita, a partire dallo sguardo. Intervengono Francesca Dragotto, Professoressa associata di linguistica Università di Roma Tor Vergata, Michele Di Monte, Storico dell’arte delle Gallerie Nazionali Barberini Corsini e Marta Russo, Ricercatrice presso l’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del CNRModera Fabio Angelicchio, giornalista per la redazione esteri del TG La 7 Sarà presente l’autore. Ingresso libero fino a esaurimento posti Luigi Russo è un naturalista e fotografo con oltre quarant’anni di esperienza nella tutela ambientale e nella comunicazione scientifica. Dopo una lunga carriera nella direzione di aree protette e nell’uso dell’informatica ambientale, dal 2020 si dedica alla fotografia naturalistica e concettuale, con un approccio che unisce scienza, arte e tecnologia. Comunicato stampa
LA PREVENZIONE È IL NOSTRO CAPOLAVORO. Ingresso gratuito nei musei per i donatori Komen nel mese di ottobre.

La prevenzione è il nostro capolavoro. Anche quest’anno i Musei italiani si impegnano a favorire la partecipazione attiva e la consapevolezza dei cittadini nell’ambito della VI Campagna nazionale di sensibilizzazione sui tumori del seno. Per tutto il mese di ottobre, mese internazionale della sensibilizzazione sui tumori del seno, con una donazione a sostegno dei progetti per la salute femminile di Komen Italia è possibile entrare gratuitamente in numerosi musei e luoghi della cultura statali diffusi su tutto il territorio nazionale, tra cui i seguenti musei del nostro istituto: Castel Sant’Angelo Pantheon Museo Nazionale degli Strumenti Musicali Per l’ingresso gratuito in questi musei è sufficiente presentare la ricevuta rilasciata da Komen Italia comprovante l’effettuata donazione. L’iniziativa rientra nell’ambito delle attività previste dal protocollo di intesa siglato fra il Ministero della Cultura e Susan G. Komen Italia – ONLUS, organizzazione senza scopo di lucro che opera dal 2000 su tutto il territorio nazionale. Per maggiori informazioni: www.prevenzione.komen.it
Castel Sant’Angelo 1911–1925. L’alba di un museo

Dal 23 settembre 2025 le sale monumentali di Castel Sant’Angelo ospitano la mostra Castel Sant’Angelo 1911–1925. L’alba di un museo, promossa e realizzata dall’istituto del Ministero della Cultura Pantheon e Castel Sant’Angelo – Direzione Musei nazionali della città di Roma – diretto ad interim da Luca Mercuri – in occasione del centenario dell’istituzione del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, avvenuta con Regio Decreto del 4 maggio 1925. Si tratta di una tappa fondamentale nella lunga e complessa storia di questo straordinario edificio, nato come mausoleo imperiale e divenuto, nei secoli, fortificazione, residenza papale, carcere e caserma. La nascita del museo segna il momento in cui il monumento viene restituito a una dimensione prettamente culturale: una istituzione pubblica che, da allora come ancora oggi, si impegna a valorizzare l’edificio e le collezioni che custodisce, rivolgendosi a tutti i pubblici, nazionali e internazionali. Le origini di questo percorso affondano le radici in un altro momento simbolico: l’Esposizione del 1911, allestita proprio a Castel Sant’Angelo in occasione del cinquantenario dell’Unità d’Italia. Fu allora che il Castello venne trasformato in spazio espositivo, attraverso una mostra retrospettiva sull’arte italiana dalle origini al presente, che coniugava archeologia, arti figurative, arti decorative, ambientazioni storiche e percorsi tematici. Un’operazione culturale e simbolica che, proprio per la sua ambizione narrativa e sperimentale, contribuì in modo determinante alla riconfigurazione del monumento nel suo nuovo ruolo. La mostra Castel Sant’Angelo 1911–1925. L’alba di un museo si ispira a quello straordinario esperimento, rievocandone in chiave contemporanea atmosfere e suggestioni. Il progetto, ideato dal Direttore ad interim del Pantheon e Castel Sant’Angelo – Direzione Musei nazionali della città di Roma, Luca Mercuri, si avvale del contributo di un comitato scientifico composto da Matilde Amaturo, Luigi Gallo, Ilaria Miarelli Mariani e Mario Scalini. “Questa mostra – commenta Luca Mercuri – rappresenta un’occasione preziosa per riscoprire un momento fondativo della storia del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo e, insieme, per riflettere sul ruolo civile del patrimonio culturale nella costruzione di una memoria condivisa. Concepita come un omaggio all’Esposizione del 1911, l’iniziativa restituisce, in chiave critica e contemporanea, lo spirito sperimentale di quella straordinaria impresa espositiva, capace di coniugare rigore scientifico e impatto narrativo, memoria e innovazione. Il percorso mette in dialogo opere provenienti da importanti musei italiani con materiali straordinari custoditi nei depositi del Castello, alcuni dei quali restaurati per l’occasione e non esposti al pubblico da decenni. Si tratta, dunque, non solo di una mostra, ma di una vera e propria operazione culturale che, grazie anche a prestiti d’eccellenza, restituisce centralità alla funzione pubblica del museo: custodire e al tempo stesso condividere il patrimonio, recuperare il passato per guardare al futuro. Un progetto che parla alla città e a tutti i pubblici, e che rinnova il legame profondo tra Castel Sant’Angelo, la sua storia e la sua vocazione culturale.” L’allestimento si snoda in alcuni degli ambienti più rappresentativi del Castello – dalle Sale di Clemente VIII, alla Sala della Giustizia, fino all’appartamento di Clemente VII e alla magnifica Sala di Apollo. Si comincia con gli acquerelli di Ettore Roesler Franz, provenienti dal Museo di Roma: vedute raffinate che documentano una Roma che stava sparendo sotto le trasformazioni urbanistiche richieste dal suo nuovo ruolo di Capitale del Regno. Spicca poi lo straordinario dipinto di Umberto Prencipe con veduta di Roma nel Quattrocento, dal Museo Boncompagni Ludovisi, concepito proprio per la mostra del 1911: le sue dimensioni monumentali, il chiarore dell’alba che sta per sorgere, il respiro della composizione hanno ispirato il titolo della mostra odierna, L’alba di un museo. Dalla collezione Gorga, anch’essa protagonista della mostra del 1911, emergono certamente i celebri strumenti musicali ma anche oggetti archeologici come una suggestiva stele tardoantica raffigurante un pretoriano. Quest’ultima, insieme alle eccezionali lastre romaniche scolpite, restaurate per l’occasione e restituite dai depositi del Museo delle Civiltà, omaggia la sezione dedicata nel 1911 alla lavorazione del marmo. Notevole è poi la scultura in gesso colorato di Giovanni Prini, con l’incontro tra il pontefice Eugenio IV e il castellano Antonio da Rido, appartenente alla sezione dedicata nel 1911 al racconto dei costumi e degli abiti storici. Spicca poi l’Elia nel deserto dagli Uffizi, opera di Daniele da Volterra, allievo di Michelangelo, che rende omaggio alla sezione “michelangiolesca” del 1911. Dalla Galleria Nazionale di Arte Antica di Palazzo Barberini proviene la Veduta del Tevere a Castel Sant’Angelo del Vanvitelli, immagine storica che lega il monumento al suo paesaggio urbano, mentre dall’Accademia di San Luca arriva una scultura in terracotta del Giambologna, allegoria di fiume, testimonianza del collezionismo accademico romano. Una sezione specifica è dedicata a Bartolomeo Pinelli, artista che nella Roma dell’Ottocento seppe rappresentare con straordinaria forza visiva i mestieri popolari e le scene di vita quotidiana: le opere esposte si inseriscono in un filone che, nella mostra del 1911, intendeva valorizzare le espressioni dell’arte e della tradizione popolare, documentando il volto più autentico della città. Un grande spazio è dedicato alle armi e armature storiche, in dialogo ideale con la sezione “uomini in arme” del 1911. Accanto a prestiti prestigiosi – come due celate provenienti dal Bargello di Firenze – si segnalano numerose opere restaurate per l’occasione dai depositi del Castello: tra queste, una straordinaria armatura medicea della seconda metà del XVI secolo. L’allestimento restituisce con efficacia la forza espressiva di questi oggetti, che dialogano idealmente con il ritratto di Alfonso I d’Este di Battista Dossi, proveniente dalla Galleria Estense di Modena, figura nota anche per la sua passione per l’artiglieria. Una sezione importante è dedicata a Giovan Battista Piranesi. Le celebri Carceri d’invenzione, realizzate come metafora delle prigioni dell’anima, prendono idealmente ispirazione proprio dalle prigioni storiche di Castel Sant’Angelo. Le stampe, tirate appositamente dalla Regia Calcografia per la mostra del 1911, sono oggi esposte in un allestimento che ne sottolinea il legame con la funzione carceraria del monumento, affiancate da oggetti che ne evocano la storia. Il percorso prosegue con una sezione archeologica, dove incisioni di Piranesi dedicate ai monumenti antichi – tra cui Castel Sant’Angelo – anch’esse stampate dalla Regia Calcografia nel 1911 e conservate nei
GIOVANNI PAOLO II, L’UOMO, IL PAPA, IL SANTO NEGLI SCATTI DI GIANNI GIANSANTI

In occasione dell’Anno Giubilare 2025, Castel Sant’Angelo ospita la mostra “Giovanni Paolo II L’uomo, il Papa, il Santo negli scatti di Gianni Giansanti”: un tributo visivo ed emozionale a uno dei pontefici più amati della storia contemporanea Roma, 16 luglio 2025 – Si è tenuta oggi pomeriggio, a Castel Sant’Angelo, l’anteprima istituzionale della mostra GIOVANNI PAOLO II, L’UOMO, IL PAPA, IL SANTO NEGLI SCATTI DI GIANNI GIANSANTI alla presenza del Direttore ad interim di Castel Sant’Angelo Luca Mercuri, del Direttore generale Musei Massimo Osanna, dei curatori Massimo Bray e Ilaria Schiaffini, degli eredi dell’ Archivio Giansanti, di Giorgio Sotira Amministratore Delegato di Civita Mostre e Musei, dell’Ambasciatore della Repubblica di Polonia in Italia Ryszard Schnepf e del Presidente della Commissione VII Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei deputati Federico Mollicone. L’esposizione aprirà al pubblico da domani 17 luglio sino al 30 novembre 2025. Promossa e realizzata dal Ministero della Cultura, Istituto Pantheon e Castel Sant’Angelo – Direzione Musei nazionali della città di Roma, promossa dalla Presidenza della Commissione Cultura della Camera dei deputati, con il patrocinio della Regione Lazio, delle Ambasciate di Polonia in Italia e presso la Santa Sede, dal Centro di Documentazione e Studio del Pontificato di Giovanni Paolo II – Fondazione Vaticana Giovanni Paolo II e del Pontificio Collegio Polacco, la mostra è organizzata da Castel Sant’Angelo, in collaborazione e con il coordinamento di Civita Mostre e Musei, ideatrice del progetto espositivo con l’Archivio Giansanti, in collaborazione con Rai Teche e con la media partnership di Rai Cultura e TV2000. Il percorso espositivo si sviluppa attraverso l’obiettivo sensibile e potente di Gianni Giansanti, fotografo romano che ha seguito Giovanni Paolo II per decenni, immortalandolo in momenti ufficiali e privati, nella solennità dei viaggi apostolici come nell’intimità del raccoglimento spirituale. Più di 40 fotografie per scoprire uno dei pontefici più amati della storia contemporanea. Le sue foto — vincitrici nel 1988 del prestigioso World Press Photo Award — raccontano con autenticità la straordinaria umanità del Santo Padre, restituendone un ritratto inedito e profondamente toccante. La scelta di Castel Sant’Angelo non è casuale. Monumento simbolico e storicamente legato al Vaticano anche attraverso il celebre Passetto di Borgo, Castel Sant’Angelo rappresenta lo spazio ideale per accogliere una mostra che unisce arte, memoria e spiritualità.Un legame che si rinnova oggi come nel 2000, quando Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo riaprì simbolicamente il cammino tra il Palazzo Apostolico e il mausoleo. Tra le fotografie in esposizione, ce n’è anche una che ritrae il Papa mentre apre la Porta Santa di San Pietro per inaugurare il Grande Giubileo del III Millennio e tra gli oggetti esposti figura anche il suo anello giubilare. La rassegna espositiva accoglie una selezione di immagini curata da Ilaria Schiaffini, Professoressa di Storia della Fotografia della Sapienza Università di Roma. Le fotografie ripercorrono i 27 anni di pontificato di Giovanni Paolo II, dall’elezione al soglio pontificio, all’attentato di Alì Agca, al Giubileo del 2000 fino agli ultimi anni, segnati dalla sofferenza fisica. Gianni Giansanti lo ha seguito nei suoi numerosi viaggio apostolici nel mondo e documenta i suoi incontri con i leader religiosi, i Capi di Stato e le folle di fedeli. Agli aspetti pubblici della vita del pontefice si affiancano quelli privati, compresi i momenti di solitudine e di meditazione. La straordinaria qualità della fotografia di Giansanti, unita alla sua professionalità, convinsero lo staff vaticano a concedergli il privilegio di ritrarre il Pontefice in una intimità fino ad allora impensabile, come nel mezzo della colazione nel Palazzo Apostolico con il cardinale della Corea Stephen Kim.Grazie allo sguardo del fotografo, il Papa emerge come un uomo semplice ed umile e le sue fotografie permettono al pubblico di avvicinarsi con empatia a una delle figure più influenti e carismatiche della contemporaneità. A corredo della selezione fotografica, è stata allestita nella prima sala dello spazio dell’Armeria Superiore una timeline che, attraverso l’esposizione di preziosissimi oggetti appartenuti al Papa e di video gentilmente concessi da Rai Teche e da Vatican Media, racconta i momenti salienti della vita di Karol Wojtyla, dalla sua formazione, alla nomina cardinalizia, all’elezione a Pontefice, fino alla sua Beatificazione. La parte biografica della mostra, curata da Massimo Bray, Direttore Generale dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani, accoglie rari documenti, memorabilia e opere d’arte come la copia firmata della lettera enciclica “Fides et Ratio”, l’inginocchiatoio utilizzato nel periodo da Cardinale, l’abito talare che offrono al visitatore una prospettiva inedita ed essenziale della vita dell’uomo, del Papa, del Santo. “Offrire ai propri pubblici la mostra Giovanni Paolo II, l’uomo, il Papa, il Santo – dichiara il Direttore ad interim Luca Mercuri – significa, per Castel Sant’Angelo, riaffermare la propria vocazione di luogo di memoria e dialogo con il presente. Da sempre ponte tra la Roma dei Cesari e quella dei Papi, tra potere e spiritualità, tra dimensione civile e religiosa della città, Castel Sant’Angelo accoglie oggi un protagonista che ha segnato profondamente il nostro tempo. Giovanni Paolo II, raccontato attraverso lo sguardo di Gianni Giansanti, trova qui una collocazione naturale, continuando a parlare al mondo con un messaggio universale di pace e dignità”. “La Direzione generale Musei è impegnata nel promuovere una visione del patrimonio culturale come spazio di dialogo, inclusione e riflessione – dichiara il Direttore generale Musei Massimo Osanna. In questo quadro, iniziative come quella ospitata a Castel Sant’Angelo confermano il ruolo dei musei non solo come luoghi di conservazione, ricerca e fruizione, ma anche come presìdi culturali aperti alla contemporaneità. La mostra dedicata a Giovanni Paolo II, attraverso lo sguardo di Gianni Giansanti, offre un’occasione per rileggere una figura che ha segnato la storia recente con un messaggio universale di spiritualità, solidarietà e dialogo tra i popoli”. “Gli scatti di Gianni Giansanti raccontano alcuni momenti indimenticabili della vita e delle opere di Giovanni Paolo II, testimoniando la portata straordinaria del terzo pontificato più lungo della storia. Fin dall’inizio, il Papa ha voluto proclamare il valore universale del messaggio di Cristo a difesa della libertà individuale, della dignità di ogni essere umano, della sacralità della vita, della necessità dell’ammissione
Li Xiaozhu “Rinascite”

Il 2 luglio si apre alla Casa Museo Hendrik Christian Andersen diretta da Maria Giuseppina Di Monte e afferente a Pantheon e Castel Sant’Angelo – Direzione Musei Nazionali della città di Roma guidati da Luca Mercuri la mostra personale di Li Xiaozhu “Rinascite”, a cura di Maria Giuseppina Di Monte e Franco Wang. La mostra è organizzata in collaborazione con China Eu Art Foundation. Li Xiaozhu espone oltre venti opere, acrilico su tela di medie dimensioni, dedicate al fiore di loto, molto diffuso e apprezzato dalla cultura orientale. L’artista ha realizzato nel 2024 alcune serie che la Casa Museo Hendrik Christian Andersen espone per la prima volta in Italia, dopo il successo della mostra collettiva della pittura cinese al Museo Macro di Roma dello scorso aprile e un’altra collegata con la Biennale di Venezia nella quale l’artista ha presentato alcune suoi lavori. La compattezza e organicità del progetto è in linea col sapere orientale che predilige la serialità e la sequenza che in questo contesto rappresenta un’esplorazione e ricerca che permette all’artista di viaggiare fra forme, trame, colori molto decisi che vanno dall’azzurro carta da zucchero al verde brillante. Il dialogo col luogo si struttura intorno all’idea di paesaggio fantastico, glaciale o al contrario rigoglioso come nella sottoserie dominata dal verde “Celestial Music Series” incontrando il genius loci della Casa Andersen, dove la presenza floreale è attuale e vissuta tanto nell’edificio con le sue linee e decorazioni liberty, stile floreale per eccellenza, quanto negli arredi dell’abitazione dove le ceramiche cinesi contribuiscono a dare all’appartamento quel carattere cosmopolita che tanto piaceva ai padroni di casa. La cifra dell’artista è quella di una sintesi fra astrattismo e figura che Li Xiaozhu abilmente amalgama in una visione surreale nella quale la figura stilizzata a stento emerge dal fondo col quale tende a identificarsi. Una originale interpretazione che surroga paesaggio, figura umana e sperimentazione astratta. Nelle circa venti tele esposte la volontà dell’artista è di entrare in dialogo con la nostra tradizione carpendone gli elementi salienti senza perdere il contatto col proprio vissuto e con l’autentica filosofia che guida da sempre la ricerca orientale. Dice la curatrice, Maria Giuseppina Di Monte “la ricerca buddhista del nirvana, il cui obiettivo è la rinascita, da cui è mutuato il titolo della mostra, rappresenta l’incipit della sequenza espositiva il cui fine è l’illuminazione alla quale l’uomo deve tendere. Niente di più sintonico rispetto alla ricerca artista di Hendrik Andersen che nell’idea di una spiritualità che avvicina l’uomo a Dio perseguendo pace, equilibrio, amore, trova la sua più alta e intrinseca espressione. Il linguaggio di Li Xiaozhu, recupera la tradizione innovandola attraverso la ricerca formale più aggiornata per interpretare il presente”. La Casa Andersen si propone come un punto di riferimento nel perseguire il dialogo fra culture, in particolare fra mondo occidentale e orientale per trovare quel punto di incontro, ovvero le convergenze parallele, che rappresentano la sfida del futuro. SCHEDA INFORMATIVA Titolo: Li Xiaozhu. Rinascite Sede: Casa Museo Hendrik Christian Andersen, via Pasquale Stanislao Mancini 20, 00196 Roma Ingresso: Intero Euro 6,00; ridotto Euro 2,00; gratuità di legge Il biglietto per la Casa Museo e la Mostra è acquistabile presso il totem digitale (abilitato POS) o su https://portale.museiitaliani.it/b2c/#it/buyTicketless/4e7c2220-041e-42aa-9ffc-e21888df1eff Orari: dal martedì alla domenica ore 9.30 – 19.30; ultimo ingresso ore 18.45. Chiuso il lunedì tel. +39 06 3219089 | dms-rm.museoandersen@cultura.gov.it Sito web: https://direzionemuseiroma.cultura.gov.it/museo-hendrik-christian-andersen/ FB: https://www.facebook.com/CasaMuseoHendrikChristianAndersen/ X: https://x.com/MuseoAndersen IG: https://www.instagram.com/casamuseoandersen/ Ufficio Promozione e Comunicazione Pantheon e Castel Sant’Angelo – Direzione Musei nazionali della città di Roma dms-rm.comunicazione@cultura.gov.it