GIOVANNI PAOLO II, L’UOMO, IL PAPA, IL SANTO NEGLI SCATTI DI GIANNI GIANSANTI

In occasione dell’Anno Giubilare 2025, Castel Sant’Angelo ospita la mostra “Giovanni Paolo II L’uomo, il Papa, il Santo negli scatti di Gianni Giansanti”: un tributo visivo ed emozionale a uno dei pontefici più amati della storia contemporanea Roma, 16 luglio 2025 – Si è tenuta oggi pomeriggio, a Castel Sant’Angelo, l’anteprima istituzionale della mostra GIOVANNI PAOLO II, L’UOMO, IL PAPA, IL SANTO NEGLI SCATTI DI GIANNI GIANSANTI alla presenza del Direttore ad interim di Castel Sant’Angelo Luca Mercuri, del Direttore generale Musei Massimo Osanna, dei curatori Massimo Bray e Ilaria Schiaffini, degli eredi dell’ Archivio Giansanti, di Giorgio Sotira Amministratore Delegato di Civita Mostre e Musei, dell’Ambasciatore della Repubblica di Polonia in Italia Ryszard Schnepf e del Presidente della Commissione VII Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei deputati Federico Mollicone. L’esposizione aprirà al pubblico da domani 17 luglio sino al 30 novembre 2025. Promossa e realizzata dal Ministero della Cultura, Istituto Pantheon e Castel Sant’Angelo – Direzione Musei nazionali della città di Roma, promossa dalla Presidenza della Commissione Cultura della Camera dei deputati, con il patrocinio della Regione Lazio, delle Ambasciate di Polonia in Italia e presso la Santa Sede, dal Centro di Documentazione e Studio del Pontificato di Giovanni Paolo II – Fondazione Vaticana Giovanni Paolo II e del Pontificio Collegio Polacco, la mostra è organizzata da Castel Sant’Angelo, in collaborazione e con il coordinamento di Civita Mostre e Musei, ideatrice del progetto espositivo con l’Archivio Giansanti, in collaborazione con Rai Teche e con la media partnership di Rai Cultura e TV2000. Il percorso espositivo si sviluppa attraverso l’obiettivo sensibile e potente di Gianni Giansanti, fotografo romano che ha seguito Giovanni Paolo II per decenni, immortalandolo in momenti ufficiali e privati, nella solennità dei viaggi apostolici come nell’intimità del raccoglimento spirituale. Più di 40 fotografie per scoprire uno dei pontefici più amati della storia contemporanea. Le sue foto — vincitrici nel 1988 del prestigioso World Press Photo Award — raccontano con autenticità la straordinaria umanità del Santo Padre, restituendone un ritratto inedito e profondamente toccante. La scelta di Castel Sant’Angelo non è casuale. Monumento simbolico e storicamente legato al Vaticano anche attraverso il celebre Passetto di Borgo, Castel Sant’Angelo rappresenta lo spazio ideale per accogliere una mostra che unisce arte, memoria e spiritualità.Un legame che si rinnova oggi come nel 2000, quando Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo riaprì simbolicamente il cammino tra il Palazzo Apostolico e il mausoleo. Tra le fotografie in esposizione, ce n’è anche una che ritrae il Papa mentre apre la Porta Santa di San Pietro per inaugurare il Grande Giubileo del III Millennio e tra gli oggetti esposti figura anche il suo anello giubilare. La rassegna espositiva accoglie una selezione di immagini curata da Ilaria Schiaffini, Professoressa di Storia della Fotografia della Sapienza Università di Roma. Le fotografie ripercorrono i 27 anni di pontificato di Giovanni Paolo II, dall’elezione al soglio pontificio, all’attentato di Alì Agca, al Giubileo del 2000 fino agli ultimi anni, segnati dalla sofferenza fisica. Gianni Giansanti lo ha seguito nei suoi numerosi viaggio apostolici nel mondo e documenta i suoi incontri con i leader religiosi, i Capi di Stato e le folle di fedeli. Agli aspetti pubblici della vita del pontefice si affiancano quelli privati, compresi i momenti di solitudine e di meditazione. La straordinaria qualità della fotografia di Giansanti, unita alla sua professionalità, convinsero lo staff vaticano a concedergli il privilegio di ritrarre il Pontefice in una intimità fino ad allora impensabile, come nel mezzo della colazione nel Palazzo Apostolico con il cardinale della Corea Stephen Kim.Grazie allo sguardo del fotografo, il Papa emerge come un uomo semplice ed umile e le sue fotografie permettono al pubblico di avvicinarsi con empatia a una delle figure più influenti e carismatiche della contemporaneità. A corredo della selezione fotografica, è stata allestita nella prima sala dello spazio dell’Armeria Superiore una timeline che, attraverso l’esposizione di preziosissimi oggetti appartenuti al Papa e di video gentilmente concessi da Rai Teche e da Vatican Media, racconta i momenti salienti della vita di Karol Wojtyla, dalla sua formazione, alla nomina cardinalizia, all’elezione a Pontefice, fino alla sua Beatificazione. La parte biografica della mostra, curata da Massimo Bray, Direttore Generale dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani, accoglie rari documenti, memorabilia e opere d’arte come la copia firmata della lettera enciclica “Fides et Ratio”, l’inginocchiatoio utilizzato nel periodo da Cardinale, l’abito talare che offrono al visitatore una prospettiva inedita ed essenziale della vita dell’uomo, del Papa, del Santo. “Offrire ai propri pubblici la mostra Giovanni Paolo II, l’uomo, il Papa, il Santo – dichiara il Direttore ad interim Luca Mercuri – significa, per Castel Sant’Angelo, riaffermare la propria vocazione di luogo di memoria e dialogo con il presente. Da sempre ponte tra la Roma dei Cesari e quella dei Papi, tra potere e spiritualità, tra dimensione civile e religiosa della città, Castel Sant’Angelo accoglie oggi un protagonista che ha segnato profondamente il nostro tempo. Giovanni Paolo II, raccontato attraverso lo sguardo di Gianni Giansanti, trova qui una collocazione naturale, continuando a parlare al mondo con un messaggio universale di pace e dignità”. “La Direzione generale Musei è impegnata nel promuovere una visione del patrimonio culturale come spazio di dialogo, inclusione e riflessione – dichiara il Direttore generale Musei Massimo Osanna. In questo quadro, iniziative come quella ospitata a Castel Sant’Angelo confermano il ruolo dei musei non solo come luoghi di conservazione, ricerca e fruizione, ma anche come presìdi culturali aperti alla contemporaneità. La mostra dedicata a Giovanni Paolo II, attraverso lo sguardo di Gianni Giansanti, offre un’occasione per rileggere una figura che ha segnato la storia recente con un messaggio universale di spiritualità, solidarietà e dialogo tra i popoli”. “Gli scatti di Gianni Giansanti raccontano alcuni momenti indimenticabili della vita e delle opere di Giovanni Paolo II, testimoniando la portata straordinaria del terzo pontificato più lungo della storia. Fin dall’inizio, il Papa ha voluto proclamare il valore universale del messaggio di Cristo a difesa della libertà individuale, della dignità di ogni essere umano, della sacralità della vita, della necessità dell’ammissione
Helga Vockenhuber CORONA GLORIAE

CORONA GLORIAE è l’installazione dell’artista austriaca Helga Vockenhuber. L’installazione curata da don Umberto Bordoni e dal prof. Giuseppe Cordoni e visibile dal 2 luglio fino al 16 settembre 2025 è promossa dall’istituto Pantheon e Castel Sant’Angelo – Direzione Musei nazionali della città di Roma, in collaborazione con l’Ambasciata d’Austria presso la Santa Sede, la Basilica di Santa Maria ad Martyres ed è patrocinata dal Dicastero per l’Evangelizzazione – Giubileo 2025. L’artista austriaca Helga Vockenhuber, ben conosciuta in ambito internazionale, ha presentato nel 2023 un’installazione di forte impatto simbolico presso la Basilica di San Giorgio Maggiore, in concomitanza con la Biennale di Venezia. Il progetto, curato da don Umberto Bordoni e con il supporto del Padre Abbate Stefano Visintin OSB e del Direttore Istituzionale di Abbazia di San Giorgio Maggiore – Benedicti Claustra Onlus, dott. Carmelo A. Grasso viene ora proposto al Pantheon in una veste rinnovata e ripensata in dialogo con lo spazio, secondo un approccio site-specific. Si tratta di una corona di spine, composta da sette sculture in bronzo scomposte che, a partire dalla Passione di Gesù, evocano – nella visione dell’artista – il dramma dell’esistenza umana, riconciliata attraverso il sacrificio di Cristo. Nell’orizzonte della tradizione cristiana, la corona di spine assume il valore di reliquia insigne della Passione: oggetto-simbolo che accompagna il Cristo fino al compimento del suo sacrificio. Collocata zenitalmente sotto l’oculo del Pantheon, la corona metallica diventa memoria immediata della passione di Cristo e del sacrificio dei Martiri, cui è dedicata la Basilica, e insieme è epifania dello spazio sacro cristiano: non un rifugio dai drammi del mondo, ma il grembo della loro redenzione per una vita nuova. I bronzi contorti e acuminati condensano un carico perturbante di sofferenza, che si riflette nello specchio d’acqua su cui poggiano, come sospesi sopra l’abisso. Tuttavia, il cerchio infernale del male è infranto; la corona è spezzata in sette frammenti, un numero significativo nella simbologia biblica. Il dolore non è più ermeticamente serrato, ma aperto, condiviso, tanto da poter essere attraversato. Nel contesto dell’Anno Giubilare, l’installazione di Helga Vockenhuber intende così proporre una riflessione sul linguaggio dell’arte cristiana contemporanea e sulla possibilità, evocata dall’artista, che la Passione salvifica di Cristo continui a rappresentare per l’umanità intera, segnata dalla sofferenza e in cerca di riscatto, l’epifania di una invincibile speranza. Con il sostegno di Sammlung Wemmhöner. Helga Vockenhuber è nata nel 1963 a Mondsee, in Austria. La scultrice focalizza i suoi lavori sulle questioni pregnanti delle religioni mondiali. L’artista abitualmente lavora sulla dimensione intrinsecamente religiosa dell’umano e su quegli spazi liminali di raccoglimento meditativo che ne dischiudono l’accesso. Con le sue opere Helga si propone di rappresentare e trasmettere la dignità dell’uomo e il suo mondo spirituale interiore, evidenziandone l’assoluta singolarità. SCHEDA INFORMATIVAHelga Vockenhuber CORONA GLORIAE Installazione 2 luglio – 16 settembre 2025 a cura di don Umberto Bordoni e del prof. Giuseppe Cordoni PantheonPiazza della Rotonda – 00186 Romadms-rm.pantheon@cultura.gov.it Tel +39 06 68300230L’installazione è inclusa nel biglietto d’ingresso al Pantheon, acquistabile in loco o sul portale Museiitaliani (https://portale.museiitaliani.it/b2c/buyTicketless/33f77159-0acd-40c4-8524-701f33aae108) Ufficio promozione e comunicazionePantheon e Castel Sant’Angelo – Direzione Musei nazionali della città di Romadms-rm.comunicazione@cultura.gov.it Helga Vockenhuber www.helgavockenhuber.com
Li Xiaozhu “Rinascite”

Il 2 luglio si apre alla Casa Museo Hendrik Christian Andersen diretta da Maria Giuseppina Di Monte e afferente a Pantheon e Castel Sant’Angelo – Direzione Musei Nazionali della città di Roma guidati da Luca Mercuri la mostra personale di Li Xiaozhu “Rinascite”, a cura di Maria Giuseppina Di Monte e Franco Wang. La mostra è organizzata in collaborazione con China Eu Art Foundation. Li Xiaozhu espone oltre venti opere, acrilico su tela di medie dimensioni, dedicate al fiore di loto, molto diffuso e apprezzato dalla cultura orientale. L’artista ha realizzato nel 2024 alcune serie che la Casa Museo Hendrik Christian Andersen espone per la prima volta in Italia, dopo il successo della mostra collettiva della pittura cinese al Museo Macro di Roma dello scorso aprile e un’altra collegata con la Biennale di Venezia nella quale l’artista ha presentato alcune suoi lavori. La compattezza e organicità del progetto è in linea col sapere orientale che predilige la serialità e la sequenza che in questo contesto rappresenta un’esplorazione e ricerca che permette all’artista di viaggiare fra forme, trame, colori molto decisi che vanno dall’azzurro carta da zucchero al verde brillante. Il dialogo col luogo si struttura intorno all’idea di paesaggio fantastico, glaciale o al contrario rigoglioso come nella sottoserie dominata dal verde “Celestial Music Series” incontrando il genius loci della Casa Andersen, dove la presenza floreale è attuale e vissuta tanto nell’edificio con le sue linee e decorazioni liberty, stile floreale per eccellenza, quanto negli arredi dell’abitazione dove le ceramiche cinesi contribuiscono a dare all’appartamento quel carattere cosmopolita che tanto piaceva ai padroni di casa. La cifra dell’artista è quella di una sintesi fra astrattismo e figura che Li Xiaozhu abilmente amalgama in una visione surreale nella quale la figura stilizzata a stento emerge dal fondo col quale tende a identificarsi. Una originale interpretazione che surroga paesaggio, figura umana e sperimentazione astratta. Nelle circa venti tele esposte la volontà dell’artista è di entrare in dialogo con la nostra tradizione carpendone gli elementi salienti senza perdere il contatto col proprio vissuto e con l’autentica filosofia che guida da sempre la ricerca orientale. Dice la curatrice, Maria Giuseppina Di Monte “la ricerca buddhista del nirvana, il cui obiettivo è la rinascita, da cui è mutuato il titolo della mostra, rappresenta l’incipit della sequenza espositiva il cui fine è l’illuminazione alla quale l’uomo deve tendere. Niente di più sintonico rispetto alla ricerca artista di Hendrik Andersen che nell’idea di una spiritualità che avvicina l’uomo a Dio perseguendo pace, equilibrio, amore, trova la sua più alta e intrinseca espressione. Il linguaggio di Li Xiaozhu, recupera la tradizione innovandola attraverso la ricerca formale più aggiornata per interpretare il presente”. La Casa Andersen si propone come un punto di riferimento nel perseguire il dialogo fra culture, in particolare fra mondo occidentale e orientale per trovare quel punto di incontro, ovvero le convergenze parallele, che rappresentano la sfida del futuro. SCHEDA INFORMATIVA Titolo: Li Xiaozhu. Rinascite Sede: Casa Museo Hendrik Christian Andersen, via Pasquale Stanislao Mancini 20, 00196 Roma Ingresso: Intero Euro 6,00; ridotto Euro 2,00; gratuità di legge Il biglietto per la Casa Museo e la Mostra è acquistabile presso il totem digitale (abilitato POS) o su https://portale.museiitaliani.it/b2c/#it/buyTicketless/4e7c2220-041e-42aa-9ffc-e21888df1eff Orari: dal martedì alla domenica ore 9.30 – 19.30; ultimo ingresso ore 18.45. Chiuso il lunedì tel. +39 06 3219089 | dms-rm.museoandersen@cultura.gov.it Sito web: https://direzionemuseiroma.cultura.gov.it/museo-hendrik-christian-andersen/ FB: https://www.facebook.com/CasaMuseoHendrikChristianAndersen/ X: https://x.com/MuseoAndersen IG: https://www.instagram.com/casamuseoandersen/ Ufficio Promozione e Comunicazione Pantheon e Castel Sant’Angelo – Direzione Musei nazionali della città di Roma dms-rm.comunicazione@cultura.gov.it
L’Arte dei Papi. Da Perugino a Barocci – mostra a Castel Sant’Angelo

Roma, Castel Sant’Angelo6 marzo – 31 agosto 2025 Una mostra immaginata come esperienza dell’anima. La migliore pittura italiana declina i temi essenziali del Vangelo: l’infanzia, il perdono, il volto della Madre, la lezione della povertà, la speranza dell’amato innamorato, la sapienza dei santi e la fedeltà della Chiesa. È una mostra che vuole oltrepassare i confini della storia dell’arte, offrendo un viaggio spirituale attorno alla bellezza come riscoperta del senso della vita L’ARTE DEI PAPI. Da Perugino a Barocci, ideata dal Centro Europeo per il Turismo e la Cultura, presieduto da Giuseppe Lepore, organizzata in collaborazione con Castel Sant’Angelo, diretto da Massimo Osanna, e con il patrocinio del Dicastero per l’Evangelizzazione Giubileo 2025 presieduto dall’Arcivescovo Rino Fisichella, è la mostra che Castel Sant’Angelo offre al pubblico dal 6 marzo al 31 agosto, in occasione dell’anno giubilare 2025. L’esposizione vuole essere il racconto di una città che sogna d’essere santa. I grandi artisti e l’impegno dei Papi hanno reso Roma non solo il patrimonio dallo splendore incomparabile ma anche quell’idea di città costruita sul desiderio cristiano di esaltare la bellezza, la memoria, la civiltà della tradizione, la dignità e l’ideale universalistico di un uomo riscattato dal dolore. La mostra è soprattutto un’esperienza tematica. Fuori dal rigore cronologico, declina i temi evangelici: l’infanzia, la maternità, la gioia e la sofferenza, la resurrezione, la misericordia, la speranza. L’ARTE DEI PAPI narra, opera dopo opera, i sogni e le aspirazioni dell’essere umano nel riconoscere in sé un “seme divino”. La Madonna con il Bambino, San Giuseppe e San Pietro Martire di Andrea del Sarto indica la gioia dell’esser famiglia, così come lo manifesta l’esaltazione pittorica dell’opera di Giovanni Gerolamo Savoldo l’Adorazione del Bambino con San Girolamo e San Francesco. Per il visitatore, il racconto vuole essere un’esperienza vissuta, quel momento di raccoglimento e di serenità che solo l’arte, nel suo stupendo stupore, sa offrire. Capitoli dell’esposizione sono affidati all’Adorazione dei pastori di Luigi Crespi, all’Annunziata di Carlo Maratti e, al contempo, ai sogni del Perugino, di Annibale Carracci, Pietro da Cortona, del Cavalier d’Arpino, di Pompeo Batoni, Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato, Anton Raphael Mengs, Battistello Caracciolo o delle nubi rosate di Federico Barocci. Le incursioni storiche sono molteplici; molti i ritratti dei papi; singolari le esplorazioni dell’arte contemporanea dedicata al sacro, come l’opera di Bruno Ceccobelli, Giuseppe Salvatori, Luigi Stoisa e di Giorgio Di Giorgio. Un punto di forza istituzionale è il fatto che abbiano collaborato molti istituti nazionali del Ministero della Cultura, quali le Gallerie Nazionali di Arte Antica-Palazzo Barberini e Galleria Corsini, la Galleria Nazionale dell’Umbria, la Galleria Nazionale delle Marche e i Musei Reali di Torino-Galleria Sabauda, oltre all’Accademia Nazionale di San Luca e ad alcune istituzioni comunali quali il Museo della Città civico diocesano di Acquapendente. Del patrimonio di quei soggetti prestatori sono stati privilegiati i depositi e le opere rare di grandi artisti ma non solo, nell’idea che un punto di forza della mostra sia anche la “restituzione” al visitatore di un mondo artistico tanto vasto quanto, per alcuni aspetti, poco conosciuto. Aspetto sostenuto dal dott. Mario Turetta, Capo Dipartimento per le attività culturali del MiC, per il quale non c’è recupero che non sia valorizzazione di un immaginario culturale storico che esiste e che tuttavia è ancora da ridisegnare, facendolo emergere dai depositi. La mostra è curata da Arnaldo Colasanti, in collaborazione con Annamaria Bava. Comunicato stampa Carlo Sapelli, Il Tributo, inv. 804, Musei Reali – Galleria Sabauda, Torino Conferenza stampa del 19 febbraio – crediti fotografici Maximiliano Massaroni
Apertura al pubblico del Passetto di Borgo

Apre al pubblico Passetto di BorgoIl suggestivo passaggio fortificato tra Vaticano e Castel Sant’Angelo torna fruibile con un programma permanente di visite guidate speciali Oggi, alla presenza del Direttore Generale Musei, Massimo Osanna, e della Soprintendente Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma, Daniela Porro, è stata inaugurata la riapertura al pubblico del Passetto di Borgo a Castel Sant’Angelo. Alla vigilia dell’apertura della Porta Santa per l’inizio del Giubileo, dunque, questo suggestivo passaggio fortificato, concepito per collegare il Vaticano a Castel Sant’Angelo, viene restituito ai cittadini romani e ai visitatori italiani e internazionali grazie a un calendario permanente di visite guidate speciali, anche serali, che continuerà a essere ampliato. La riapertura del Passetto è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra la Soprintendenza Speciale di Roma, che ha curato i lavori di messa in sicurezza, conservazione e restauro, e la Direzione Generale Musei / Istituto Pantheon e Castel Sant’Angelo – Direzione Musei Nazionali della città di Roma, responsabile del progetto di valorizzazione e della nuova narrazione museologica. Le visite guidate, realizzate in collaborazione con Coopculture e acquistabili sull’app e la piattaforma Musei Italiani, permettono di percorrere l’intero tratto del Passetto, dalla Torre del Mascherino su Piazza della Città Leonina, fino al Bastione San Marco a Castel Sant’Angelo. Il percorso alterna due livelli: il livello superiore, scoperto, offre una passeggiata panoramica con viste spettacolari sulla città; il livello inferiore, coperto, rappresenta invece il corridoio “segreto” che consentiva ai Pontefici di spostarsi in sicurezza dagli appartamenti papali al castello fortificato. All’arrivo al Bastione San Marco, i visitatori sono accolti in un ambiente allestito per l’occasione con opere e oggetti che raccontano le vicende storiche legate al Passetto e a Castel Sant’Angelo. Una installazione multimediale, realizzata in collaborazione con Studio Azzurro, offre ulteriori spunti per un’esperienza immersiva. Un virtual tour, infine, disponibile sul sito web di Castel Sant’Angelo, consente di poter fruire del Passetto da qualsiasi luogo e distanza. “Sono particolarmente lieto – dichiara Massimo Osanna, Direttore generale Musei – di celebrare la riapertura al pubblico del Passetto di Borgo, dopo anni di chiusura. Questo passaggio fortificato non è soltanto un elemento architettonico di rara suggestione, ma rappresenta un capitolo fondamentale della storia di Roma, capace di raccontare momenti cruciali della città e della sua dimensione universale. Oggi viene restituito ai cittadini e ai visitatori un luogo che invita alla scoperta e alla conoscenza, proponendo un dialogo tra storia, cultura e paesaggio urbano. Le nuove modalità di fruizione, con percorsi guidati diurni e serali, l’allestimento del Bastione San Marco e soluzioni accessibili, confermano l’impegno verso un patrimonio culturale che possa essere sempre più esperienza condivisa, capace di connettere passato e presente in una narrazione viva”. “Il grande intervento del Passetto di Borgo – commenta Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma – in collaborazione con la Direzione generale Musei e il Segretariato Regionale del Lazio, non poteva non concludersi che con il restauro realizzato dalla Soprintendenza con i fondi del Giubileo di Porta Angelica, in epoca medioevale parte integrante delle Mura Leonine e oggi ingresso privilegiato a Piazza San Pietro e alla Basilica Vaticana. Ma è con soddisfazione che sottolineo come questi interventi abbiano reso Passetto più accessibile, anche alle persone con difficoltà di deambulazione, grazie a due nuovi ascensori e alla riconfigurazione di alcune pendenze del percorso. Un grande traguardo che offriamo ai visitatori romani e di tutto il modo per il Giubileo”. Questa riapertura del Passetto rappresenta un punto di partenza verso una fruizione sempre più ampia e inclusiva di un monumento tanto significativo e affascinante quanto, per sua natura originaria, concepito per essere impervio, segreto e inaccessibile. Un percorso che oggi si apre al pubblico con l’obiettivo di trasformare quella che era una fortificazione difensiva e una via di fuga in un luogo di scoperta e partecipazione. Grazie al nuovo elevatore installato presso la Torre del Mascherino, a partire da gennaio saranno attivate visite accessibili, pensate per garantire questa esperienza anche ai visitatori con difficoltà motorie. Dalla primavera, inoltre, saranno disponibili pacchetti e attività dedicate alle scuole, con percorsi didattici pensati per avvicinare i più giovani alla storia e al valore di questo luogo. Durante la prossima estate, grazie ai progetti di valorizzazione promossi dal Ministero della Cultura, sarà anche avviato un programma di aperture speciali che permetterà l’accesso e la visita autonoma, offrendo un affaccio privilegiato sulla città eterna. Infine, finanziamenti pari a 2,5 milioni di euro, provenienti dalla programmazione straordinaria Lavori Pubblici, permetteranno all’istituto Pantheon e Castel Sant’Angelo – Direzione Musei Nazionali della città di Roma, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale di Roma e la Direzione generale Musei, di proseguire, nel prossimo triennio, con ulteriori interventi mirati alla valorizzazione e tutela del Passetto, consolidando così, sempre di più, questo ampio progetto di fruizione, accessibilità e condivisione del patrimonio culturale. IL PASSETTO DI BORGO: TRA STORIA E MEMORIA Il Passetto di Borgo, progettato per collegare il Vaticano con Castel Sant’Angelo, vanta una storia ricca e stratificata. Le prime fortificazioni dell’area risalgono all’impero del re ostrogoto Totila nel VI secolo d.C. Successivamente, papa Leone IV, nel IX secolo, ampliò le difese costruendo una cinta muraria a protezione del Vaticano e della Basilica di San Pietro, per contrastare i ripetuti attacchi dei Saraceni. Nel 1277, sotto papa Niccolò III Orsini, fu realizzato il collegamento tra il Passetto e Castel Sant’Angelo, con l’intento di garantire un passaggio sicuro per i Pontefici. Successivi interventi, come quello di Alessandro VI Borgia (1492-1503), aggiunsero un passaggio coperto, conferendo al Passetto l’aspetto che conosciamo oggi. La funzione difensiva e strategica del Passetto divenne celebre durante il Sacco di Roma del 1527, quando papa Clemente VII riuscì a sfuggire alle milizie imperiali di Carlo V utilizzandolo come via di fuga verso Castel Sant’Angelo. Questa via sicura permise al Pontefice di mettersi al riparo e, successivamente, di progettare la sua fuga verso Orvieto. Nel 1565, sotto il pontificato di Pio IV Medici, furono realizzate ulteriori modifiche urbanistiche con la costruzione delle mura di Borgo Pio, Vittorio e Angelico, segnando il passaggio del Passetto da struttura difensiva
Apertura al pubblico dell’appartamento del Castellano

È stata inaugurata ieri la nuova apertura al pubblico dell’appartamento del Castellano che farà parte da oggi del percorso di visita di Castel Sant’Angelo. Sono intervenuti il dott. Luca Mercuri, Dirigente delegato dell’istituto Pantheon e Castel Sant’Angelo – Direzione Musei nazionali della città di Roma, il prof. Massimo Osanna, Direttore Generale Musei MiC e l’on. Federico Mollicone, Presidente della VII Commissione (Cultura, Scienze e Istruzione) alla Camera dei Deputati. L’appartamento, sino a poco tempo fa adibito a uffici e non accessibile al pubblico, era in origine riservato al Castellano, ossia la massima autorità residente in Castel Sant’Angelo e “militare di carriera”, responsabile del suo funzionamento. Come ricorda la targa che campeggia sulla porta d’ingresso, l’alloggio fu voluto da Zenobio Savelli Palombara (1673-1752), già ufficiale dell’esercito pontificio, dopo che nel 1730 papa Clemente XII Corsini lo nominò vicecastellano. L’appartamento, costruito per la maggior parte tra il 1730 e il 1731, è costituito da tre stanze distinte anticamente, a seconda della posizione, come “verso Ripetta”, “centrale” e “verso San Pietro”. Le tre sale dell’appartamento recano sulle volte ornamenti a grottesche, omaggio ai lavori cinquecenteschi della scuola di Perino del Vaga (1501-47) presenti in Castello. Sulle pareti, invece, spiccano scene con putti intenti in attività perlopiù giocose, caratterizzate dalla tipica grazia rococò. Le volte delle due sale laterali sono decorate con i simboli della casa Palombara, ovvero del casato Savelli, mentre sulla volta della stanza centrale, di dimensioni maggiori, sono gli stemmi di papa Benedetto XIV Lambertini (1740-1758), sotto al cui pontificato il Castellano Zenobio Savelli prestò servizio. L’autore di questi affreschi era rimasto fino a poco tempo fa sconosciuto. Gli studi condotti nell’ambito dei lavori di allestimento e apertura dell’appartamento hanno consentito di restituire i dipinti murali alla mano illustre di Pier Leone Ghezzi (1674-1755), intervenuto nei primi sei mesi del 1731, e a quella di Daniele De Vitten, maestro indoratore e collaboratore dello stesso Ghezzi tra il 1731 e il 1739. La vicinanza di Pier Leone Ghezzi, pittore ufficiale di Castel Sant’Angelo e celeberrimo vignettista, a Zenobio Savelli è del resto confermata da alcune caricature del Castellano eseguite dall’artista. Nel 1750 il padrone di casa Zenobio Savelli pubblicò un libretto intitolato De spari diversi d’artiglieria…, che costituisce un elenco dei fuochi da effettuare a Castel Sant’Angelo in occasione di ogni ricorrenza dell’anno, come la tradizione della Girandola. Il Castellano giocava infatti un ruolo attivo nella preparazione dei fuochi d’artificio insieme ai Bombardieri, corpo di artiglieri deputato all’arte militare e in particolare al maneggiamento delle bombarde. Per questa ragione i tre ambienti ospitano da oggi un’esposizione permanente sulla Girandola e la tradizione pirotecnica di Castel Sant’Angelo, narrata attraverso opere e oggetti della collezione del Castello per la maggior parte provenienti dai depositi sottoposti ad accurati interventi di restauro e conservazione. Prima del loro trasferimento nell’appartamento, le opere sono state recentemente esposte in occasione della mostra La ‘maraviglia’ del tempo. La Girandola e l’arte pirotecnica a Castel Sant’Angelo, aperta dal 27 giugno al 29 settembre 2024. Nella sala centrale dell’appartamento del Castellano sono quindi esposti gli oggetti d’artiglieria che hanno reso possibile l’attuazione degli spettacoli pirotecnici. Ogni Girandola, dalla fine del XV secolo, è infatti una festa dalla struttura mobile, che ha cambiato aspetto man mano che le invenzioni degli artificieri, il miglioramento delle tecniche, la composizione materiale delle polveri hanno consentito di creare spettacoli sempre più articolati e suggestivi. Le due stanze laterali illustrano invece la veste ludica e spettacolare di Castel Sant’Angelo, colta con tanta vivezza nelle grandi tele e nelle incisioni qui esposte. Nella cosiddetta “stanza verso Ripetta”, il dipinto attribuito a Guilliam van Nieulandt II (prima metà del Seicento) è appositamente esposto di fronte alle due incisioni di Giovanni Ambrogio Brambilla e di Nicolas Van Aelst, della seconda metà del Cinquecento, accomunate dalla medesima e fortunatissima inquadratura frontale del Castello e della Girandola. Mentre quadri come quelli di Giuseppe Fidanza e di Franz Theodor Aerni, incentrati su originali punti di vista e sul tentativo di catturare la mobilità delle luci e dei riflessi, testimoniano, ancora nel Settecento e nell’Ottocento, la continua seduzione suscitata da questa veduta. La stanza “verso san Pietro”, dalla quale si scopre la bellissima vista sulla cupola della Basilica, ospita invece una selezione di stampe che attestano la complessa progettazione delle macchine pirotecniche, rivelando le varie suggestioni stilistiche che hanno guidato gli architetti nella realizzazione (dai puntuali riferimenti storici messi in scena da Virginio Vespignani nell’apparato effimero del 1869 riproducente il Mausoleo di Augusto alla pagoda cinese inventata da Gioacchino Ersoch per la Girandola del 1879). Il prof. Osanna, Direttore Generale Musei Mic dichiara: “Con l’apertura al pubblico dell’appartamento del Castellano, il percorso di visita di Castel Sant’Angelo si arricchisce di una tappa di straordinario valore, con sale di grande pregio che da un lato svelano un capitolo poco conosciuto della storia del Monumento, e dall’altro valorizzano il patrimonio conservato nei depositi, rendendo permanentemente accessibili al pubblico opere d’arte e oggetti di grande fascino, legati alla storica tradizione pirotecnica della Girandola. Castel Sant’Angelo raggiunge così un nuovo traguardo nel suo programma di ampliamento degli spazi visitabili, riallestimenti e nuove proposte espositive, rafforzando il legame tra il Monumento e i suoi visitatori”. L’on. Federico Mollicone, Presidente della VII Commissione (Cultura, Scienze e Istruzione) alla Camera dei Deputati evidenzia come “Con questa anteprima si arricchisce l’enorme patrimonio che Castel Sant’Angelo rappresenta e contiene. Da sempre lavoriamo per riscoprire spazi chiusi – presenti in tutti i siti culturali della Nazione – e restituirli ai visitatori per rendere la nostra ben ampia offerta culturale ancora più completa. In questo caso specifico, poi, l’apertura dell’Appartamento del Castellano è strettamente collegata alla Girandola, patrimonio culturale immateriale che da secoli esalta il castello. Se la mostra istituzionale “la maraviglia del tempo e l’arte pirotecnica” rappresentava un passo importante nel riconoscimento culturale di questa manifestazione di rievocazione, l’occasione di oggi ne sancisce definitivamente il contributo strutturale nella storia di Castel Sant’Angelo e della città di Roma.” L’Appartamento del Castellano è parte del percorso di visita di Castel Sant’Angelo ed è visitabile da martedì
VILLA HELENE. STORIA, ARTE, UTOPIA. Il riallestimento della Casa Museo Hendrik Christian Andersen

È stato inaugurato ieri pomeriggio, alla Casa Museo Hendrik Christian Andersen, afferente all’Istituto Pantheon e Castel Sant’Angelo – Direzione Musei nazionali della città di Roma, guidato dal Direttore generale Musei Prof. Massimo Osanna, il nuovo allestimento permanente dal titolo VILLA HELENE. Storia, arte utopia, a cura di Maria Giuseppina di Monte, direttrice del Museo, con la collaborazione di Aurora Cubeddu, Valentina Filamingo e Maddalena Paolillo. Grazie alle attività di studio e ricerca, anche su foto d’archivio, compiute in questi anni, e agli interventi di conservazione e restauro, è stato possibile ricostruire una parte degli ambienti del piano nobile di Villa Helene, così come si presentavano negli anni Trenta del Novecento, popolati dagli stessi protagonisti e artefici di questa singolarissima storia, offrendo così ai visitatori una vera e propria immersione nell’atmosfera dell’epoca. “La Direzione Musei nazionali della Città di Roma” – commenta il Direttore generale Musei, Massimo Osanna – “si sta posizionando sempre più come punto di riferimento fondamentale del circuito di case museo che interessano la capitale e il suo territorio. Dopo la riapertura, lo scorso marzo, di Casa Praz, il ricco palinsesto di mostre di Casa Andersen e Casa Boncompagni Ludovisi, l’acquisizione da parte del MiC di Casa Pasolini a Rebibbia e l’inserimento del Museo Manzù di Ardea nella rete museale dell’istituto, il riallestimento del piano nobile della Casa Museo Hendrik C. Andersen rappresenta un nuovo, importante traguardo. Grazie a una cospicua attività di ricerca, a interventi di conservazione e restauro nonché di miglioramento della fruizione, infatti, Villa Helene esprime oggi a pieno la missione di una Casa Museo: offrire al visitatore un viaggio esperienziale non solo in una specifica epoca, ma nella vita, nella mente, nelle passioni di personaggi illustri, il cui segno è ancora vivo e vitale nella cultura del nostro presente”. “La casa di Hendrik Andersen” – aggiunge Maria Giuseppina Di Monte, direttrice del Museo – “contiene oltre alla singolare collezione di sculture, dipinti e disegni, anche un grande patrimonio archivistico e un’interessante biblioteca che sono stati fonte di preziose informazioni nella ricostruzione degli ambienti che furono dimora dell’artista. Attraversando le stanze della casa ci immergiamo in un tempo e in uno spazio altro rispetto a quello sincronico della vita. La selezione delle opere, pertanto, è stata dettata non solo dalla volontà di una ricostruzione filologica ma anche da quella di garantire un’autentica esperienza estetica al fine di un più pieno godimento del luogo e di ciò che in esso è contenuto”. Il riallestimento si propone di rievocare il vissuto e le preferenze del tempo, privilegiando le relazioni tra gli oggetti ancora presenti nella casa. Si tratta di un’occasione straordinaria per dare un volto ai vari membri della famiglia di Hendrik, come il fratello Andreas, la musa e sorella adottiva Lucia, la mamma Helene, il fratello minore Arthur e l’adorata cognata Olivia Cushing, così come la ristretta e affiatata cerchia di amici romani che frequentavano la casa, condividendo con la famiglia Andersen idee, aspirazioni e impegno sociale. I visitatori potranno così godere delle opere d’arte e degli arredi della casa, ma anche “conoscere” meglio i suoi abitanti e frequentatori, avvicinandosi alla prospettiva universalistica e pacifista della loro grande missione: la costruzione di una Città Mondiale, simbolo di un progresso che poggiasse le sue fondamenta sul dialogo tra tutte le nazioni del mondo. Le sculture collocate nelle varie sale rappresentano studi in scala ridotta del corredo iconografico che Andersen immaginava integrato alle sue soluzioni urbanistiche innovative, progettate all’insegna di un modello rispondente alle molteplici esigenze di una società in evoluzione. Con l’apertura del nuovo allestimento la Casa Museo si è dotata di una nuova veste grafica e di un logo con logotipo costituito da una porta stilizzata nella tonalità del colore ottanio, come omaggio alle sfumature blu e verdi delle marine dipinte da Andersen e di alcune scene d’interno, ma anche come invito per il pubblico a varcare la soglia di Villa Helene e scoprire il mondo dell’utopico artista. SCHEDA INFORMATIVA Titolo: VILLA HELENE. Storia, arte, utopia. Il riallestimento della Casa Museo Hendrik Christian AndersenSede: Casa Museo Hendrik Christian Andersen, via Pasquale Stanislao Mancini 20, 00196 RomaIngresso: Intero Euro 6,00; ridotto Euro 2,00; gratuità di leggeIl biglietto per la Casa Museo è acquistabile presso il totem digitale (abilitato POS) o su https://portale.museiitaliani.it/b2c/#it/buyTicketless/4e7c2220-041e-42aa-9ffc-e21888df1effOrari: dal martedì alla domenica ore 9.30 – 19.30; ultimo ingresso ore 18.45. Chiuso il lunedìtel. +39 06 3219089 | dms-rm.museoandersen@cultura.gov.it Sito web: https://direzionemuseiroma.cultura.gov.it/museo-hendrik-christian-andersen/ FB: https://www.facebook.com/MuseoHendrikChristianAndersen/ IG: https://www.instagram.com/museohendrikchristianandersen/ TW: https://twitter.com/museoandersen Ufficio Promozione e Comunicazione Pantheon e Castel Sant’Angelo – Direzione Musei nazionali della città di Roma dms-rm.comunicazione@cultura.gov.it Comunicato stampa Inquadra il qr code per approfondimenti: Crediti fotografici: Emanuele Antonio Minerva ‐ Ministero della Cultura Crediti fotografici: Maximiliano Massaroni ‐ Direzione Musei nazionali della città di Roma