Festività di fine anno nei Musei della Direzione Musei Statali della città di Roma

Con l’arrivo delle festività di fine anno, i musei della Direzione Musei Statali della città di Roma assicureranno al pubblico la più ampia fruizione possibile. Di seguito il calendario delle aperture/chiusure: Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo Aperture: 8 dicembre, 24 dicembre, 26 dicembre, 31 dicembre, 1 gennaio, 2 gennaio, 6 gennaio Chiusure: 25 dicembre, 27 dicembre, 3 gennaio Museo Hendrik Christian Andersen Aperture: 8 dicembre, 24 dicembre, 26 dicembre, 31 dicembre, 1 gennaio, 2 gennaio, 6 gennaio Chiusure: 25 dicembre, 27 dicembre, 3 gennaio Museo Boncompagni Ludovisi Aperture: 8 dicembre, 24 dicembre, 26 dicembre, 31 dicembre, 1 gennaio, 2 gennaio, 6 gennaio Chiusure: 25 dicembre, 27 dicembre, 3 gennaio Galleria Spada Aperture: 8 dicembre, 24 dicembre, 26 dicembre, 31 dicembre, 1 gennaio, 2 gennaio, 6 gennaio Chiusure: 25 dicembre, 27 dicembre, 3 gennaio Museo Nazionale degli Strumenti Musicali Aperture: 8 dicembre, 24 dicembre, 26 dicembre, 27 dicembre, 31 dicembre, 1 gennaio, 2 gennaio, 6 gennaio Chiusure: 25 dicembre e 3 gennaio Pantheon Sempre aperto eccetto il 25 dicembre. Il 1 gennaio, in occasione della prima domenica del mese, non sarà necessaria la prenotazione per visitare il Pantheon. Vi aspettiamo, augurandovi Buone Feste!

dal 13 dicembre al Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo la mostra “Franca Bettoja Tognazzi. La moda di un’attrice”

Franca Bettoja, attrice, apprezzata interprete de L’uomo di Paglia di Pietro Germi nel 1958, moglie di Ugo Tognazzi, uno degli attori più amati dal grande pubblico, viene raccontata attraverso un cospicuo numero di abiti da sera che segnano gli eventi mondani di Roma e i red carpet dei festival cinematografici, in un periodo di grande rinascita e affermazione del Cinema italiano dagli anni ’50 agli anni ’70. Sono gli stessi anni che hanno visto l’attrice partecipare più volte a film italiani ed esteri, a fianco di famosissimi attori e registi dell’epoca. Il suo gusto, sempre elegante e insieme personalissimo e fuori dal coro, si esprime sia attraverso la scelta di stilisti famosissimi quali Schuberth e le Sorelle Fontana, sia attraverso la predilezione di tessuti preziosamente ricamati e modelli personalizzati fatti realizzare da note sartorie romane, ultime eredi di un mestiere di alto e raffinato artigianato. Il guardaroba di gala di Franca Bettoja, oltre a sottolineare la sua riservata – ma nello stesso tempo istrionica – personalità, testimonia il gusto di un’epoca in cui si può affermare senz’altro che “l’abito faceva il monaco”, soprattutto nel mondo del Cinema. Oltre ottanta abiti della Bettoja sono stati acquisiti per le collezioni di Moda del Museo Boncompagni Ludovisi, che fa parte della Direzione Musei Statali della città di Roma, dove a esposizione finita saranno depositati ed esposti nell’ambito della già vasta collezione di Moda del secolo XX. La mostra di Castel Sant’Angelo, curata da Mariastella Margozzi con Laura Salerno, presenta al pubblico circa cinquanta abiti da cocktail e da sera di Franca e una rilevante rassegna fotografica che racconta il percorso della sua vita di attrice e di donna. Essa rappresenta la prima apertura al mondo della Moda del Museo nazionale di Castello, che ha completamente riadattato un importante ambiente espositivo, un tempo deposito della Collezione delle Armi antiche e dagli anni ’70 contenitore di una piccola esposizione dei cimeli militari risorgimentali. Anche la Moda, come specchio dei tempi, potrà essere da adesso raccontata nel contesto monumentale di grande prestigio quale è Castel Sant’Angelo e testimoniare quanto essa sia parte integrante della cultura del nostro Paese. L’esposizione è accompagnata da un catalogo edito da De Luca Editori d’Arte, sempre a cura di Mariastella Margozzi, autrice del saggio introduttivo, con Laura Salerno, autrice della biografia dell’attrice e della filmografia, nel quale vengono riprodotti tutti gli abiti esposti, il più delle volte indossati da modelle messe cortesemente a disposizione dall’agenzia Glamour Moda e Management e fotografate da Gaia Schiavinotto. Franca Bettoja Tognazzi. La moda di un’attrice Armerie Superiori di Castel Sant’Angelo dal 13 dicembre 2022 al 12 marzo 2023 LA MOSTRA E’ PROROGATA FINO AL 19 MARZO — — — — — — — — — Direzione Musei Statali della città di Roma dmsrm.futuretechlead.com Ufficio Promozione e Comunicazione dms-rm.comunicazione@cultura.gov.it Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo www.castelsantangelo.beniculturali.it Ufficio stampa PAV: Maya Amenduni mayaamenduni@gmail.com +39 3928157943 Scarica il COMUNICATO STAMPA

dal 13 dicembre al Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo di nuovo accessibili le Sale Farnesiane

Dal 13 dicembre saranno nuovamente accessibili al pubblico, dopo il necessario riallestimento, tutte le Sale Farnesiane che si trovano ai piani alti del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo. I fastosi ambienti assumono la loro denominazione da Alessandro Farnese, che divenne papa con il nome di Paolo III nel 1534 e volle portare avanti la trasformazione della parte superiore del Castello da fortezza a sfarzosa dimora, con la precisa volontà di rinnovare la grandezza di Roma e del pontefice stesso, oltre alla centralità della Chiesa romana, dopo i guasti e le umiliazioni subiti durante il tragico Sacco della città del 1527. Il papa, uomo colto e innamorato della classicità, oltre alla Sala Paolina – ovvero l’ambiente di rappresentanza, capolavoro del manierismo romano (che in questa occasione è stata completamente reilluminata) – fece decorare le sale più piccole, ma ugualmente preziose, che riaprono in questa occasione con nuovi allestimenti. Per i lavori, portati avanti negli anni quaranta del Cinquecento, il pontefice si servì di diversi artisti, soprattutto dell’abile pittore toscano Piero Buonaccorsi, detto Perin del Vaga, e della sua ampia bottega. In questa occasione torneranno ad essere visitabili la Sala di Perseo, quella di Amore e Psiche, la Sala dell’Adrianeo, la Sala dei Festoni e la Cagliostra, con i formidabili fregi affrescati che, rifacendosi alle Metamorfosi di Ovidio e all’Asino d’oro di Apuleio, esaltano le virtù di Paolo III e il percorso di elevazione spirituale dell’anima verso la salvezza, oppure mostrano monumenti di Roma antica, festoni e fantasiose grottesche, riportando più volte le imprese e gli emblemi della casa Farnese, il giglio e l’unicorno. Nelle sale di Perseo e di Amore e Psiche sono perfettamente conservati anche i soffitti lignei dipinti, sempre opera di Perin del Vaga e dei suoi collaboratori. I diversi ambienti ospitano oggi la Quadreria del museo, oltre ad alcune sculture, con un allestimento che segue un criterio cronologico; gran parte delle opere esposte fanno parte di due importanti donazioni, quella di Mario Menotti del 1916 e quella di Alessandro Contini Bonacossi del 1928, e si presentano quindi come provenienti da aree geografiche ed epoche diverse. Tra i dipinti più importanti si segnalano il Polittico degli Zavattari, un esempio notevole di pittura gotica lombarda databile verso la metà del Quattrocento, il San Girolamo nella selva di Lorenzo Lotto, dipinto quando l’artista si trovava a Roma, intorno al 1509, il Bagno di Dosso Dossi, la Giovane donna con unicorno del ravennate Luca Longhi, nella quale è forse riconoscibile Giulia Farnese, sorella di Paolo III, e infine la Madonna col Bambino, angeli e santi della tarda attività di Luca Signorelli. Tra le sculture presenti spiccano il quattrocentesco gruppo ligneo del Compianto sul corpo di Cristo morto e la Pietà in terracotta di ambito emiliano, sempre del XV secolo. Non mancano oggetti rari e preziosi, come la Spinetta, uno strumento musicale di metà Cinquecento decorato con vivaci grottesche. In occasione della riapertura delle sale, è stata pubblicata anche una guida (De Luca Editori) agli ambienti farnesiani e alle opere esposte, curata dallo storico dell’arte Michele Occhioni. Castel Sant’Angelo è una struttura molto complessa, utilizzata per secoli con diverse funzioni, nascendo come sepolcro dell’imperatore Adriano, morto nel 138 d.C., per poi diventare residenza fortificata, prigione e infine museo. Per aiutare i visitatori a comprendere meglio questa storia incredibilmente lunga e varia, nelle cosiddette Armerie inferiori è stata allestita un’esposizione didattica permanente, che illustra i continui mutamenti dell’edificio, grazie ad una serie di plastici, realizzati nella prima metà del secolo scorso, numerose stampe antiche, dipinti e fotografie d’epoca. Anche per questo allestimento è stata pubblicata una guida (De Luca Editori) esplicativa del percorso raccontato nelle stanze delle Armerie inferiori, curata da Michele Occhioni, Mariastella Margozzi, Laura Salerno. Incastonata fra le suggestive mura del Cortile delle Fucilazioni, ai piedi della imponente mole adrianea, dopo anni di oblio viene finalmente restituita al pubblico la settecentesca Cappella dei Condannati, originariamente un portico adibito a magazzino di polvere da sparo, successivamente trasformato in cappella tra il Settecento e l’Ottocento e più volte rimaneggiato, con l’allestimento di elementi decorativi di spoglio. Al fine di dotare, finalmente, il Museo di uno spazio polifunzionale per eventi, conferenze, video- proiezioni e didattica è stato accolto il progetto di rifunzionalizzazione della Cappella realizzato dagli architetti Federico Lardera ed Egidio Senatore dello studio larderArch, il cui concept trae la sua origine proprio dal commovente nome della ex Cappella, che rievoca il dramma dei condannati a morte imprigionati a Castel Sant’Angelo. Il nuovo progetto, che è stato offerto gratuitamente al Museo, è quindi la sintesi di tali antiche cupe atmosfere del Castello e di una serie di citazioni narrative ed artistiche legate al sito, che riemergono, in particolare, attraverso la potenza lirica della celeberrima opera Tosca di Giacomo Puccini, che proprio qui trova la sua più celebre aria E lucevan le stelle ed il suo tragico epilogo. Lo spazio è stato immaginato come un “tecnologico teatrino”, evocato dai colori dominanti oro e rosso, su cui si stagliano degli inaspettati cilindri acustici, scenograficamente librati tra le campate della Cappella, a riecheggiare i ceri che un tempo accompagnavano le ultime preghiere dei condannati. Nelle cinque vetrate ad arcata trovano posto delle grandi vetrofanie che citano le Carceri d’Invenzione di Piranesi, il grande incisore “ossessionato” dal fascino di Castel Sant’Angelo. Il nuovo spazio, dotato delle più avanzate strumentazioni audio-video e di una nuova illuminazione architetturale, verrà inaugurato il 12 dicembre 2022 con la prima proiezione pubblica del film I Misteri di Castel Sant’Angelo dell’artista Marco Agostinelli, che ha raccontato attraverso danze e musiche, interpretandole con spirito moderno, storie vere e immaginarie avvenute a Castello, quelle di Beatrice Cenci, di Cagliostro, di Tosca, dell’Arcangelo Michele. Le coreografie sono di Enzo Cosimi, i danzatori sono Alice Raffaelli, Luca Della Corte, Lorenzo Caldarozzi e le musiche di Emanuel Dimas de Melo Pimenta; l’operatore video è Atej Tutta. Direzione Musei Statali della città di Romadmsrm.futuretechlead.comUfficio Promozione e Comunicazione dms-rm.comunicazione@cultura.gov.it Museo Nazionale di Castel Sant’Angelowww.castelsantangelo.beniculturali.it Ufficio stampa PAV: Maya Amenduni mayaamenduni@gmail.com +39 3928157943 Scarica il COMUNICATO STAMPA