al Museo Boncompagni inaugura la mostra ‘Le virtù dell’amicizia. Antelma Santini e Domicella d’Incisa di Camerana’
Il 14 maggio, in occasione della Notte dei Musei presso il Museo Boncompagni Ludovisi apre al pubblico la mostra Le virtù dell’amicizia. Antelma Santini e Domicella d’Incisa di Camerana.Si tratta di una mostra di disegni e stampe di due artiste poco conosciute, legate da una amicizia e assiduità comune di studi e ricerca.I disegni e le stampe esposti coprono un arco temporale tra il 1910 e il 1970. La donazione delle opere al Museo (ottobre 2021) è stata voluta dagli eredi della marchesa Domicella d’Incisa di Camerana (signora Giovanna Guidi e gli esecutori testamentari Michele Simeoni e Paola Paletti).Tutte le opere sono state selezionate sul filo conduttore “ritratto al femminile”, in omaggio al Museo, che concentra i suoi interessi e le sue collezioni sulle donne.Sono qui esposte i disegni e le stampe, in cui le artiste, in virtù del loro mestiere, raffigurano le donne con occhio e sguardo di parte, sia quando si tratta delle colleghe pittrici intente all’apprendimento di una professione, sia quando si tratta di “altre donne” nell’anonimato del loro abito d’epoca, avulse da un contesto ambientale. Nel caso specifico, la mostra sul tema “Ritratto”, è un pretesto o meglio “motivo simbolico di amicizia”, che vuole riprodurre in sintesi le molteplici capacità nel descrivere la figura umana. La mostra sarà aperta al pubblico dal 14 maggio all’11 settembre 2022. Sabato 14 maggio, in occasione della Notte dei Musei 2022, ci sarà un’apertura straordinaria dalle ore 19,00 alle ore 22,00 ultimo ingresso ore 21,45 CONTATTI Tel + 39 0642824074 Mail: dms-rm.museoboncompagni@beniculturali.it Website: direzionemuseistataliroma.beniculturali.it/
Risonanze. Dalla collezione Gorga al Museo Nazionale degli Strumenti Musicali. Si inaugura il nuovo allestimento del Museo
La Direzione Musei Statali della Città di Roma diretta da Mariastella Margozzi e il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali, diretto da Sonia Martone annunciano l’inaugurazione, per il 10 maggio prossimo, del nuovo allestimento del Museo, che avverrà alla presenza del Direttore Generale dei Musei Prof. Massimo Osanna. Cuore dell’esposizione sarà la collezione, di inestimabile valore, di Gennaro Evangelista Gorga, tenore e collezionista di fama internazionale, dalla quale lo stesso Museo ha avuto origine. In dialogo con gli strumenti musicali della collezione Gorga sono esposte per la prima volta alcune nuove acquisizioni del Museo come il pianoforte Pleyel del distrutto Palazzo Torlonia, cinque bassi elettrici della collezione di Pablo Echaurren e il violino del 1560 detto Il Portoghese di Andrea Amati, uno dei più preziosi al mondo. I visitatori saranno accolti da un filmato dell’Istituto Luce del 1949 su G. E. Gorga circondato dai suoi strumenti musicali, gli stessi che si potranno riconoscere lungo il percorso.Il nuovo allestimento sarà aperto al pubblico dall’11 maggio. Ufficio Promozione: dms-rm.social@beniculturali.itSito web: https://dmsrm.futuretechlead.comFB: https://www.facebook.com/DirezioneMuseiStatalidellaCittadiRomahttps://www.facebook.com/MNSM-Museo-Nazionale.degli-Strumenti-Musicali-Pagina-istituzionaleIG: https://www.instagram.com/direzionemuseistataliromahttps://www.instagram.com/museodeglistrumentimusicali Scarica il COMUNICATO STAMPA
al Museo Andersen dal 14 al 22 maggio Mostra di Bahar Hamzehpour – ‘La metà nascosta della luna’
Il Museo Hendrik Christian Andersen, diretto da Maria Giuseppina Di Monte e afferente alla Direzione Musei statali della città di Roma, diretta da Mariastella Margozzi, presenta la mostra di Bahar Hamzehpour dal titolo La metà nascosta della luna. Il progetto espositivo si inserisce nel quadro della Convenzione sottoscritta dalla Direzione Musei statali della città di Roma-Museo H.C. Andersen e l’Università degli Studi Roma Tre per collaborare a iniziative culturali condivise finalizzate all’approfondimento di temi collegati al ruolo delle donne soprattutto in ambito artistico e culturale. Un ruolo che appare sempre più centrale in momenti storici travagliati e pieni di incertezze.La mostra che il Museo propone inaugura anche la serie delle iniziative previste dalla Convenzione che si articoleranno nel corso dell’anno promuovendo concerti, dibattiti, mostre fotografiche e altri interventi per focalizzare l’attenzione sul tema dell’arte femminile nei paesi interessati da conflitti religiosi e culturali o in quelli dove la libertà di espressione è limitata o pregiudicata da orientamenti politici e religiosi che ne precludono la piena realizzazione.In questa prospettiva la mostra di Bahar Hamzehpour è particolarmente significativa.L’artista iraniana, che vive e lavora da anni fra Roma e Teheran, ha selezionato una serie di incisioni e xilografie: oggetti solidi che si possono scarabocchiare, strappare, bruciare. Oggetti che non hanno bisogno di traduzione e che non si possono cancellare con un click. I lavori di questa giovane artista raccontano la condizione femminile nelle società patriarcali, di mondi senza scelta, in cui diritti e parità sono ancora un’utopia e le donne sono ignorate, dimenticate nei loro meriti, nelle loro esigenze dunque “Invisibili”. Nella serie “Ritratti” Bahar dà voce a donne cui è stata negata un’infanzia normale, perché costrette a matrimoni combinati e a ricoprire solo ruoli di assistenza e accudimento.Macchine da cucire, scope, oggetti di uso comune compaiono accanto alle coppie di sposi senza volto delle scene dei “Matrimoni”: sulle giovani spose incombono le aspettative dei loro mariti ed il pensiero maschile domina prepotentemente su quello femminile. Non meno suggestiva l’installazione “Le donne e la guerra”. Qui Bahar lavora su carta Hanji, una carta sottile e trasparente e fragile e resistente al tempo stesso: le tele si muovono nell’aria svelando la parte occulta della società maschilista. Sembrano leggerissime eppure sono impregnate di significati: danno voce alle storie di donne “ferite, umiliate, offese, violentate, tradite, terrorizzate”, che nel corso degli otto anni di guerra in Iran non potevano esternare i loro sentimenti.Il tema della condizione femminile nei regimi che limitano le libertà e i diritti è un tema cruciale di attualità ma è anche un tema che ha appassionato Hendrik C. Andersen e sua cognata Olivia Cushing, proto femminista militante e lei stessa artista, impegnata nel riconoscimento dei diritti delle donne e nella difesa, diffusione e promozione delle loro attività. Per questa ragione il Museo Hendrik C. Andersen, in linea con le sue finalità e con la propria identità culturale, valorizza e sostiene il lavoro artistico delle donne, specie nei contesti più difficili e complessi. MUSEO HENDRIK CHRISTIAN ANDERSEN LA META’ NASCOSTA DELLA LUNA IL PROTAGONISMO DELLE DONNE IRANIANE A cura di Maria Giuseppina Di Monte, Francesca Colantonio e Giulia Maccauro Sabato 14 maggio – domenica 22 maggio 2022 Mostra di Bahar Hamzehpour Sabato 21 maggio ore 16.30 Tavola rotonda e proiezione del documentario Half hidden of the moon ___________________________ Sabato 21 maggio alle ore 16.30, per il finissage della mostra, sarà proiettato il documentario di Azadeh Bizargiti Half hidden of the moon da cui è stato mutuato anche il titolo dell’esposizione. Azadeh Bizargiti è documentarista, ricercatrice, scrittrice, poetessa e attivista dei diritti delle donne. La tavola rotonda sarà tutta incentrata sul “protagonismo delle donne iraniane”. Il titolo è molto eloquente poiché se è vero che l’Iran è una società patriarcale ed iniqua, è anche vero che sono stati fatti moltissimi passi avanti negli ultimi decenni: le donne hanno cercato di trovare uno spazio di libertà, un minimo di eguaglianza ed emancipazione. Nel documentario ci si sofferma proprio su questa evoluzione dal 1906 ad oggi. Alla tavola rotonda parteciperanno con Bahar Hamzehpour (artista), Mariastella Margozzi, Direttrice dei Musei statali della città di Roma, Alberto Zanconato, saggista e giornalista dell’Ansa per anni corrispondente per l’agenzia da Teheran, Nadia Pizzuti giornalista, cineasta e scrittrice prima corrispondente donna della stampa internazionale accreditata nell’Iran post rivoluzionario. Modererà Parisa Nazari, mediatrice interculturale. Bahar Hamzehpour Nata a Teheran, in Iran nel 1980. Si è laureata in Biologia marina sempre a Teheran. Ha iniziato la sua esperienza artistica nel 2003. Dal 2011 ad oggi concentra la sua attività sull’incisione. Segue il diploma accademico di primo livello in Grafica d’arte all’Accademia di Belle Arti di Roma, città dove vive e lavora da 6 anni. Attualmente lavora presso l’Accademia di Belle Arti di Roma come assistente e collaboratrice didattica. Abbraccia l’arte in tutte le sue forme e modalità d’espressione. Interessata ai temi sociali e questioni delle donne. ___________________________ Scarica il COMUNICATO STAMPA MUSEO HENDRIK CHRISTIAN ANDERSEN via Pasquale Stanislao Mancini, 20 – 00196 RomaORARI da martedì a domenica ore 9.30 –19.30 (ultimo accesso ore 19.00) / chiuso il lunedì Il Museo Andersen accoglie 70 persone in contemporanea (distribuite sui due piani espositivi) -per i gruppi fino (max 15 persone con o senza guida) è necessaria la prenotazione via mail da martedì a domenica INFORMAZIONI Tel. +39 06 3219089dms-rm.museoandersen@beniculturali.itFB: MuseoHendrikChristianAndersenTW: @MuseoAndersen UFFICIO COMUNICAZIONE E PROMOZIONE DIREZIONE MUSEI STATALI DELLA CITTA’ DI ROMA Valentina Filamingo, Mario Nissolino, Angelo Ferroni, Alessandro Belmonte dms-rm.social@beniculturali.itdmsrm.futuretechlead.comFB: @DirezioneMuseiStatalidellaCittadiRomaIG: @direzionemuseistataliromaYT: DirezioneMuseiStatalidellaCittàdiRoma Per il documentario e la tavola rotonda di sabato 21 maggio l’accesso è libero fino ad esaurimento posti.
al Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo il 22-23-24 aprile “Musica in Mostra – contrapposizioni e convergenze”
La Direzione Musei statali della città di Roma e il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, diretti da Mariastella Margozzi, continuano il programma di valorizzazione del sito attraverso una serie di offerte innovative ai propri visitatori.Questa volta il progetto nasce dal confronto con il M° Bruno Aprea, direttore d’orchestra e pianista europeo, Koussevitzky Prize nel 1977, che ha voluto proporre una diversa modalità di approccio all’ascolto della musica, quasi attraversando fisicamente le sue diverse espressioni nel corso dei tempi.E’ così che per 3 giorni consecutivi ed in contemporanea nelle 3 sale più belle di Castel Sant’Angelo il pubblico potrà incontrare in Sala Paolina il pianista Josu de Solaun, già vincitore assoluto delle più prestigiose Competizioni Internazionali come il Concorso “Enescu” di Bucarest, il Concorso “Iturbi” di Valencia ecc. che oltre alle esecuzioni programmate, de Solaun si esibirà anche in improvvisazioni su richiesta dei visitatori.Nella Sala della Biblioteca invece saremo accolti dal Trio “Gioconda De Vito” (Silvia Grasso (violino), Gaetano Simone (violoncello) Maurizio Zaccaria (pianoforte): Brahms e Debussy, Duo Simone – Zaccaria : Schumann, Schubert e Bartok.Infine nella Sala dell’Apollo in un susseguirsi temporale simultaneo di ca. 15 minuti potremo emozionarci con i Canti Gregoriani eseguiti dai Cantori della Cappella Sistina (Michael Alfonsi, Ermenegildo Corsini, Fernando di Carlo e Marco Severin) e quasi simultaneamente immergerci nell’ascolto di brani acusmatici di musica elettronica di autori storici e contemporanei (tra i quali Stockhausen, Harvey, Lupone e altri) a cura del Dipartimento di musica e nuove tecnologie – scuola di musica elettronica del Conservatorio Casella de l’Aquila (coordinamento Maria Cristina de Amicis con Stefano Giacomelli e Daniel Scorranese). In collaborazione con la SIAE. Il progetto si terrà nel rispetto delle norme anti Covid-19 ed il video che sarà girato verrà successivamente pubblicato sulle pagine FB e YOUTUBE della Direzione Musei statali della città di Roma. Il pubblico potrà accedere agli spazi fino ad esaurimento dei posti consentiti. Per informazioni: Ufficio Promozione: dms-rm.social@beniculturali.itUfficio Eventi Culturali: anna.selvi@beniculturali.it cell 333 3443235Sito web: https://direzionemuseiroma.cultura.gov.it/FB: https://www.facebook.com/DirezioneMuseiStatalidellaCittadiRomaIG: https://www.instagram.com/direzionemuseistataliroma/YT: https://www.youtube.com/c/DirezioneMuseiStatalidellaCittàdiRoma Scarica il COMUNICATO STAMPA
21 aprile ore 11:30 – ‘Nel solco del Divino: Il Pantheon celebra il Natale di Roma’
Il 21 aprile del 753 a.C. si narra che Romolo, il primo Re e fondatore di Roma, figlio della vestale Rea Silvia e del dio Marte, abbia con un aratro tracciato i confini sacri del Pomerium fondando la città Eterna. I romani hanno cominciato a contare il tempo da questa data, con la locuzione “Ab Urbe Condita”, “dalla fondazione della Città”. Tra il 27 e il 25 a.C. venne costruito, dove la tradizione vuole che il fondatore di Roma sia asceso al cielo, il primo Pantheon. Ma questa data, Il 21 aprile, coincide con un’altra eccezionale ricorrenza che collega direttamente la fondazione della città e la costruzione del tempio circolare: ogni anno, da oltre duemila anni avviene nel tempio, uno spettacolo solare unico. La Rotonda si comporta da perfetta meridiana sferica e dall’oculus, un fascio di luce “disegna” all’interno dell’aula l’avvicendarsi delle stagioni e ogni 21 di aprile a mezzogiorno (ora solare) illumina in pieno il portale d’ingresso, con un angolo di 60°. A quell’ora esatta in quello stesso giorno, racconta la leggenda, Augusto per il quale il genero e amico Marco Vipsanio Agrippa aveva fatto costruire e dedicato il Pantheon, varcava la soglia del Tempio e tutto il suo corpo restava immerso nella luce di un rito solare, in un continuo dialogo con il cielo, lasciando in penombra il resto della struttura. Il 13 maggio del 609 d.C., il tempio pagano veniva poi convertito al culto cristiano come Basilica di Santa Maria ad Martyres, in seguito alla donazione dell’edificio a Papa Bonifacio IV da parte dell’imperatore bizantino Foca. Grazie a questa ultima trasformazione la struttura del Pantheon è giunta a noi in eccezionale stato di conservazione, offrendosi come scuola per generazioni di artisti. In occasione della ricorrenza di questa data speciale per la città, che proprio al Pantheon rinnova il mistero di una storia sospesa tra realtà e leggenda, quest’anno la Direzione Musei statali della città di Roma e la Direzione del Pantheon intendono festeggiare con il coro della Insigne Cappella Musicale di Santa Maria ad Martyres, la duplice natura laica e religiosa di questo eccezionale luogo della cultura. scarica il COMUNICATO STAMPA
al Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo apertura permanente delle stanze delle Armerie inferiori
Il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo ha sede in una struttura complessa, che è stata utilizzata per secoli con diverse funzioni, nascendo come sepolcro per poi diventare residenza fortificata, prigione e infine museo. Per aiutare i visitatori a comprendere meglio questa storia incredibilmente lunga e varia, dal 12 aprile sarà aperta un’esposizione didattica allestita nelle stanze delle cosiddette Armerie inferiori, che si aprono sul Cortile dell’Angelo. La secolare vicenda del Castello inizia nel 135 d.C., quando l’imperatore Adriano fece costruire la Mole con l’intento di erigere una tomba monumentale per sé e i suoi successori, che fu terminata solo dopo la sua morte, nel 139 d.C. L’utilizzo successivo del Mausoleo di Adriano come fortezza, carcere o dimora fortificata ne determinò continui mutamenti che fecero perdere memoria della struttura originaria, tanto che a partire dalla fine del XV secolo esistono esclusivamente ipotesi ricostruttive del monumento, formulate per lo più sulla scorta delle esigue fonti antiche o basandosi su ciò che poteva riconoscersi all’interno e all’esterno del Castello. Nelle sale della mostra una serie di plastici, realizzati nella prima metà del secolo scorso, rendono chiaramente visibili queste diverse trasformazioni e vengono accompagnati da numerose stampe, dipinti e fotografie antiche. Per illustrare la storia del monumento fin dalle origini, l’allestimento prevede anche la presenza di alcuni frammenti lapidei scolpiti che testimoniano lo sfarzo della tomba di Adriano, che appariva interamente ricoperta di marmi bianchi. I tentativi, spesso fantasiosi, di ricostruirne l’aspetto fatti nei secoli passati si ritrovano in diverse stampe esposte, tra le quali le incisioni di Antonio Labacco e Giacomo Lauro. Il Castello subì varie modifiche al tempo di papa Alessandro VI Borgia, in carica dal 1492 al 1503, che ne potenziò le strutture difensive. L’aspetto cinquecentesco è testimoniato da varie stampe dell’epoca, come quella del cosiddetto Maestro dell’ala di uccello, precedente al 1549, e da alcuni dipinti. All’epoca il possente edificio era già conosciuto da secoli come Castel Sant’Angelo, in conseguenza di un fatto miracoloso avvenuto nell’anno 590: l’arcangelo Michele apparve sul Castello a papa Gregorio I Magno e alla processione di fedeli da lui guidata, riponendo la spada fiammeggiante nel fodero come segno della fine della pestilenza che affliggeva la città. La mostra dedica uno spazio anche all’illustrazione di questo aspetto, esponendo per esempio un dipinto del primo Seicento, copia in piccolo dal pittore senese Ventura Salimbeni, il cui originale è conservato nella Basilica di San Pietro a Perugia. Una stampa del Bombelli raffigura invece la statua dell’arcangelo Michele, che svetta ancora oggi al vertice dell’edificio, commissionata in occasione del Giubileo del 1750 e realizzata in bronzo dallo scultore fiammingo Peter Anton Verschaffelt. Non viene tralasciata neanche la tradizione della Girandola, lo spettacolo pirotecnico voluto da papa Sisto IV (1471-1484) per la festa dei Santi Pietro e Paolo del 29 giugno 1481 e poi per secoli evento atteso dai romani e dai forestieri, con i fuochi che illuminavano il cielo di Roma e i bagliori che si riflettevano nelle acque del Tevere. Molti grandi artisti, come Michelangelo Buonarroti, Bernardo Buontalenti e Gian Lorenzo Bernini si cimentarono nella progettazione dei giochi pirotecnici e altri cercarono di fissarne nelle loro opere la bellezza e la fugacità, come è possibile vedere nell’acquaforte di Francesco Piranesi o nel dipinto di Franz Theodor Aerni. Alcuni dipinti del Castello e dell’area circostante, con il ponte Sant’Angelo e il fiume Tevere, dimostrano la grande fortuna che il soggetto ha avuto presso gli artisti non solo italiani, ma di tutta Europa, per i quali la grande mole circolare rappresentava di certo uno tra i più amati dei monumenti romani. Alcune fotografie infine aiutano a visualizzare le tante trasformazioni che il Castello e le vicine rive del fiume hanno affrontato tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. Orari di visita: da martedì a domenica dalle 9.00 alle 19.30 (ultimo ingresso ore 18.30) Prenotazioni: Sabato e festivi prenotazione obbligatoria con un giorno di anticipo (attenzione: prevede commissioni aggiuntive e non garantisce l’accesso prioritario al museo); Prenotazione ingressi tramite Gebart: www.gebart.it/musei/museo-nazionale-di-castel-santangelo/ tel. 06 32810 (numero attivo dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 18.00); Costi: € 12,00 intero; € 2,00 agevolato (tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 19.30); Info: castelsantangelo.beniculturali.it; direzionemuseistataliroma.beniculturali.it/istituti/museo-nazionale-di-castel-santangelo-2/ FB: https://it-it.facebook.com/MuseoCastelSantAngelo/ IG: https://www.instagram.com/castelsantangelo/
a Castel Sant’Angelo la mostra “Bartolomeo Pinelli. Visioni dantesche”
Il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo conserva la serie quasi completa di stampe incise da Bartolomeo Pinelli tra il 1824 e il 1826 per illustrare la Divina Commedia di Dante, edite in Roma da Giovanni Scudellari. La tiratura fu eseguita per le Mostre retrospettive organizzate a Castello nel 1911 in occasione dell’Esposizione Universale, utilizzando le matrici originali tutt’ora di proprietà dell’Istituto Centrale per la Grafica. Le acqueforti esposte colgono gli episodi più significativi dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso, accompagnate dalle terzine dantesche, rivelando “franchezza di disegno”, “felicità d’invenzione” e “verità di mosse e affetti”, come riporta una positiva recensione dell’epoca. Dalla serie traspare la capacità dell’artista di affrontare temi colti e letterari, superando i consueti soggetti popolareschi e vernacolari che lo avevano reso famoso. Gli entusiasti ammiratori dell’opera ne lodavano la “semplicità sublime”, intravedendo nel Pinelli la capacità di sentire il bello con il cuore “prima anche di averlo studiato con la mente”.L’opera di Pinelli si inserisce in un ricco filone di riscoperta del poema di Dante che percorre l’Europa romantica tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800, quando una nuova sensibilità riconosce nella Commedia l’espressione autentica di un potente sentimento individuale, il “sublime”. Pinelli dunque si pone sulla scia di quegli artisti, come William Blake, Johann Heinrich Füssli, John Flaxman e Felice Giani, che traducono le invenzioni dantesche in grandiose immagini di forte impatto visivo.L’opera di Pinelli incontrò da subito una notevole fortuna critica, ma non ebbe un’adeguata diffusione. In ambito romano, la serie completa è posseduta solamente dalla Biblioteca capitolina, dall’Accademia di San Luca, dall’Istituto Centrale per la Grafica e dalla Biblioteca della Fondazione Besso.La serie di Castel Sant’Angelo conta 143 stampe su 145. Le due che la completano, non pervenute a noi per ignote ragioni, sono state ristampate e messe generosamente a disposizione della mostra dall’Istituto Centrale per la Grafica.Le incisioni dantesche sono suddivise in 66 per l’Inferno, 43 per il Purgatorio, 35 per il Paradiso, inclusi i frontespizi e i cosiddetti “riposi” dell’autore a chiusura delle serie, nei quali spiccano gli autoritratti dell’incisore, che amava raffigurarsi con i suoi due cani mastini, fedeli compagni di un’esistenza piuttosto scapestrata. Altri autoritratti del Pinelli sono riconoscibili in diverse tavole illustrative delle tre Cantiche.Bartolomeo Pinelli nacque a Roma il 20 novembre 1781. Ebbe il primo apprendistato presso il padre Giovanni Battista, modesto scultore, per poi frequentare l’Accademia Clementina di Bologna, sperimentare l’uso della camera ottica, cimentandosi nel vedutismo, e in seguito, tornato a Roma, perfezionare i suoi studi all’Accademia di San Luca.Dal 1806, vista la crescente domanda sul mercato di tematiche pittoresche, eseguì numerosi acquerelli con scene popolari, per poi pubblicare nel 1809 una Raccolta di Cinquanta costumi pittoreschi, con la quale si cimentò per la prima volta con l’incisione, fissando l’iconografia idealizzata del popolo romano attraverso un linguaggio lineare, semplificato, ispirato ai modelli classici e animato da un forte senso della linea.Pinelli visse in mezzo al popolo, fu assiduo frequentatore di osterie e taverne e riuscì a cogliere le espressioni caratteristiche, i tipi, i costumi della vita di Roma, ritraendo scene di brigantaggio, di carnevale, di feste, di baruffe, in parallelo con quanto il Belli cantava in poesia. Si impegnò anche nell’interpretazione della letteratura e la storia antiche, pubblicando nel 1811 l’Eneide e, nel 1819 l’Istoria Romana, alle quali fecero seguito altre raccolte di temi storici e letterari. Nonostante l’intensa attività e il notevole successo, il Pinelli morì oppresso dai debiti il 1 aprile 1835, probabilmente consumato dall’abuso di alcol, e fu sepolto nella chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio. Alla sua scomparsa fece seguito un mordace sonetto di Giuseppe Gioacchino Belli, intitolato La morte der zor Meo. Una lapide sormontata da un busto bronzeo, opera di Gabriele Vangelli, ne eterna la memoria in Viale Trastevere, nei pressi del luogo dove sorgeva la sua casa natale, oggi non più esistente. Un altro suo ritratto, questa volta in marmo, figura nella serie di busti di personaggi illustri che adornano i viali del parco al Pincio. Museo Nazionale di Castel Sant’AngeloSale Clemente VIII e Clemente VII “Bartolomeo Pinelli. Visioni dantesche” Mostra temporaneadal 12 aprile all’8 maggio 2022 Lungotevere Castello, 50 – 00193 Roma Tel. +39 06 68191100 Orari di visita: da martedì a domenica dalle 9.00 alle 19.30 (ultimo ingresso ore 18.30) Prenotazioni: Sabato e festivi prenotazione obbligatoria con un giorno di anticipo (attenzione: prevede commissioni aggiuntive e non garantisce l’accesso prioritario al museo); Prenotazione ingressi tramite Gebart: https://www.gebart.it/musei/museo-nazionale-di-castel-santangelo/ tel. 06 32810 (numero attivo dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 18.00); Costi: € 12,00 intero; € 2,00 agevolato (tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 19.30); Info: http://castelsantangelo.beniculturali.it; https://direzionemuseiroma.cultura.gov.it/istituti/museo-nazionale-di-castel-santangelo-2/ FB: https://it-it.facebook.com/MuseoCastelSantAngelo/ IG: https://www.instagram.com/castelsantangelo/
domenica 3 aprile ‘la Via Crucis al Pantheon – l’Arte incontra la Fede’
Continua il percorso alla ricerca del contemporaneo in uno dei luoghi della cultura più antichi e perfettamente conservati al mondo, con la visita guidata alla scoperta delle formelle della Via Crucis del Maestro Federico Severino. Domenica 3 Aprile 2022 alle ore 17.00 la Direzione Musei Statali della Città di Roma e il Pantheon propongono al pubblico interessato, un inedito percorso artistico-teologico sul tema della Via Crucis al Pantheon, ripercorrendone la narrazione attraverso le formelle appositamente realizzate dallo scultore contemporaneo Federico Severino con l’assistenza del teologo Don Angelo Pavesi. Le finalità artistico-spirituali dell’opera sono esplicitate dagli autori stessi nell’omonimo testo (Ed. La Cittadina, 2010), a cui l’esposizione itinerante si collega direttamente. L’iniziativa è volta all’approfondimento dei riferimenti simbolico-scritturistici presenti nelle 14 formelle bronzee e negli arredi sacri (ambone e altare) collocate nella Basilica, con particolare riguardo all’elemento cristologico, dimostrando la perfetta integrazione dell’opera nel monumento, nel rispetto della sua storia e delle sue peculiarità strutturali, in nome di quell’unica Bellezza sulla quale ogni uomo, sul modello del Verbo Incarnato, è chiamato a riflettere. (Per informazioni e prenotazioni, chiamare lo 06/68300230 oppure rivolgersi al personale del monumento). Scarica la LOCANDINA
Al Museo Boncompagni, Maria Monaci Gallenga, la stilista italiana del periodo Déco
Per la Giornata internazionale della donna, il Museo Boncompagni Ludovisi presenta al pubblico un abito entrato recentemente a far parte delle sue collezioni di Moda.Si tratta della veste soprabito in velluto color carta da zucchero con motivi stampati in color oro e argento e fodera in chiffon realizzata da Maria Monaci Gallenga, nota stilista italiana del periodo Déco.Un’occasione, quella dell’8 marzo, per apprezzare l’arte e l’ingegno creativo di una donna designer, imprenditrice e promotrice del Made in Italy. CONTATTI:Tel.: 06 42824074e-mail: dms-rm.museoboncompagni@beniculturali.it
Parole al femminile nella biblioteca di casa Andersen
Il Museo Hendrik Andersen propone, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, un insolito programma, incentrato per la prima volta sulla piccola ma preziosa biblioteca storica del Museo: costituita da trecentonovantasei volumi che nell’arco della vita Hendrik Andersen e sua cognata Olivia Cushing misero insieme seguendo le loro più intime inclinazioni, passioni e convinzioni. Per questo motivo la biblioteca rappresenta un importante essenziale corollario alla collezione museale e spiega anche su base teorica le scelte e le motivazioni dell’artista convergenti verso due temi principali: pacifismo e diritti delle donne. Fra le tante edizioni sull’argomento spicca quella di Helena Blavatsky, di origine ucraina, autrice della “Iside svelata” e della “Dottrina segreta”. Quest’autrice dimentica appare oggi quanto mai significativa per la testimonianza che ci offre proprio in un momento storico in cui l’Ucraina è al centro del grave conflitto armato avendo subito nei giorni scorsi la massiccia invasione russa che minaccia la sopravvivenza e l’autodeterminazione del suo popolo. Per quasta ragione il Museo vuole rendere omaggio alle donne, in particolare le donne ucraine, che si battono per la libertà e i diritti e spesso combattono affianco agli uomini in questo terribile scontro armato. I libri che presentiamo, in edizioni originali, spesso di pregio per la loro veste editoriale, mettono in luce come Hendrik Andersen sia stato uno strenuo sostenitore della pace, della libertà e della democrazia e abbia condiviso con la cognata Olivia la difesa dei diritti femminili, come un femminista ante litteram. Su questa scia scopriamo fra i libri esposti l’insolito scritto “War Letters from the Living Dead Man” (1918) di Elsa Barker, una scrittrice e poetessa americana, membro della Società Teosofica e vicina al gruppo dei Rosacroce “Alpha e Omega”. Fra i testi concernenti l’emancipazione femminile e il suffragio universale saranno esposti quello di Mary Ritter Beard “Woman’s Work in Municipalities”, incentrato sul lavoro femminile e sui diritti delle donne. Mary Ritter Beard si dedicò con sempre maggior forza allo sviluppo della riflessione sulle donne, divenendo un’attivitista del movimento femminista e del movimento “New History” che doveva valorizzare l’apporto femminile alla storia economica, sociale e culturale. Fra i saggi dedicati al pacifismo troviamo “The Future of World Peace”: l’autore, Roger Ward Babson, richiama l’attenzione sull’importanza della democrazia: “”La democrazia è la sola forma di governo che alla fine vincerà; ma ci saranno molti “alti e bassi” prima che ciò avvenga. Ovviamente dovranno essere sviluppati alcuni modelli adeguati per il voto diversi da quello della nascita e dell’età”. Anche Norman Angell, che si espresse contro il militarismo e il ricorso alla guerra per risolvere i conflitti fra i popoli, autore della “Grande illusione” e premio Nobel per la pace nel 1933, sarà esposto insieme con i saggi di Jane Addams, premio Nobel per la pace nel 1931 e di Berta Wilhelmine Lisel von Sutter che ottenne l’ambito premio nel 1905 e concorse con i suoi viaggi e discorsi a promuove la Conferenza di Pace de L’Aia. L’esposizione dei volumi è curata da Maria Giuseppina Di Monte e Valentina Filamingo. Si ringrazia Emilia Ludovici per la schedatura e il riordino dei volumi della biblioteca. Con l’occasione il Museo desidera lanciare un progetto dal titolo “Vite sospese” dedicato alle donne artiste: pittrici, scultrici, potesse, musiciste che vivono e lavorano nei paesi del Medio e Vicino Oriente, in regimi autoritari che non offrono loro spazi adeguati di espressione anzi ne reprimono la creatività e la possibilità di dedicarsi alla propria attività. Il progetto, che sarà realizzato in collaborazione con l’Università di Roma Tre, cercherà, attraverso seminari, dibattiti e proiezioni, di puntare un riflettore su queste realtà, spesso poco note e poco analizzate, a partire dalla condizione delle donne in Afghanistan, Siria, Turchia, dove si è ancora ben lungi dal riconoscimento di quei diritti fondamentali che Olivia e Hendrik avevano così a cuore nei primi anni dello scorso secolo. CONTATTI: Tel.: 06 3219089 E-mail: dms-rm.museoandersen@beniculturali.it